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La questione meridionale esiste e non solo a sud. Se ne sente l’effetto in tutta la penisola, dove la forza dei luoghi comuni la identifica con la negazione di opportunità positive; ma anche tra i banchi delle nostre scuole, tra gli studenti che invitati

La questione meridionale esiste e non solo a sud. Se ne sente l’effetto in tutta la penisola, dove la forza dei luoghi comuni la identifica con la negazione di opportunità positive; ma anche tra i banchi delle nostre scuole, tra gli studenti che invitati a dire la loro provenienza spesso non rispondono. Sì, è anche un fatto di timidezza ma anche un prodotto dell’intimidazione, dell’ombra che la battaglia politica getta sui migranti di ieri e di oggi. È accaduto anche a Cascina, durante un convegno di due giorni, promosso dal Centro studi umanistici dell’Abbazia di San Savino, che ha rilanciato un ponte con «L’altra faccia del sud», coinvolgendo oltre duecento studenti dell’istituto Pesenti e dell’Istituto d’arte. Un confronto appassionato con la storia, la letteratura, con quella miniera di cultura che è il Meridione, che conquista faticosamente la sua rinascita civile – toscanamente «Rinascimento» – e senza retorica.
L’occasione? La pubblicazione da parte di Polistampa di Echi nella valle di Giuseppe Brancale (1925-1979), scrittore vissuto fin da giovane tra la provincia di Potenza e la Toscana, nell’addestramento come marinaio a Forte dei Marmi e poi, dopo la guerra, nel cercare uno sbocco professionale a Firenze, dove approderà, definitivamente, solo negli anni Settanta. Anche lui preso tra l’oscillazione della distruzione della guerra e la ricostruzione, «due poli che caratterizzano la faticosa e plurimillenaria crescita del mezzogiorno – osserva Luca Nannipieri, direttore del Centro studi – chiamato oggi a cogliere con tutto il paese la sfida della globalizzazione». Temi che sono presenti in modo efficace nelle opere di Brancale, di cui la casa editrice Polistampa sta editando le opere complete in quattro volumi. Dopo «Il rinnegato», nel 2007, ora «Echi nella valle», ma sono già in cantiere il romanzo inedito «Fantasmi che tornano» e i racconti. La Regione Toscana e la Regione Basilicata, insieme al Comune di Cascina e alla Provincia di Firenze, hanno promosso questa riscoperta e il centro studi ne definisce le tappe. Lo ha fatto nelle scuole come anche in un confronto a più voci, al centro Peppino Impastato, con l’assessore Giovanni Villani e gli interventi di Vincenzo Arnone, docente alla Facoltà teologica dell’Italia centrale, il giudice di pace Saverio Caldani, il ricercatore dell’ateneo pisano Giuseppe Saccomanni, con Luca Nannipieri e Lina Talarico, anime del Centro studi dell’Abbazia di San Savino. Il Centro studi si conferma come luogo culturale di alto profilo che si candida, dopo il festival dedicato la scorsa estate a Bigongiari e questo articolato convegno sul Sud e su Brancale, ad ospitare una nuova kermesse dedicata a Mario Luzi. «I nostri paesi sembra che a volte non hanno più sguardo – ha scritto Maria Pina Ciancio – Li attraversi di giorno, di notte, al mattino presto, tra le case chiuse, le piazze spopolate, nei vicoli che sanno ancora di neve, e senti nell’aria la lama lucida e spietata della resa...». Ma arrendersi non è inevitabile e la parabola narrativa di Giuseppe Brancale (una «mirabile sintesi dell’antico col moderno» per il suo amico Carlo Levi), e di altri autori, lo testimonia, come anche il positivo ripensamento dei paesi-villaggio toscani che possono offrire – perché no –un esempio di ricostruzione e valorizzazione al sud. Per parte sua, il romanzo «Echi nella valle», ambientato in Basilicata, e scritto tra Sant’Arcangelo e Firenze, racconta le vicende parallele di Marco Laviano (in epoca romana) e Andrea Salinatore (tra la guerra d’Etiopia, la seconda guerra mondiale e il secondo dopoguerra). Nel romanzo di Brancale, editato con il contributo della Provincia di Firenze e il patrocinio della Regione Basilicata e del Comune di Sant’Arcangelo, il memorialismo e il tono intimistico si traducono in una dimensione narrativa semplice e di respiro: è un viaggio a ritroso nel tempo, quello che compie l’autore, per cogliere ciò che non passa. Oltre a un’introduzione che ripropone, tra l’altro, i preziosi contatti con Levi (1902-1975) e i rapporti con lo scrittore piemontese Pierangelo Soldini (1910-1974), «Echi» porta un saggio critico del presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo. In copertina, il quadro di Giampaolo Talani «Il mare nella conchiglia».
Data recensione: 21/03/2010
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
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