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Roma, 1 mar (Velino) - “L’esperimento del latte è in pieno, felice sviluppo. È una idea elementare, di vasta ripercussione, feconda per

Roma, 1 mar (Velino) - “L’esperimento del latte è in pieno, felice sviluppo. È una idea elementare, di vasta ripercussione, feconda per i suoi risultati fisici, spirituali, politici ed anche economici”. Così scriveva Giorgio La Pira in una lettera del 1952 al collega di partito Giovanni Spagnolli. L’azione del “sindaco santo”, che rese la distribuzione del latte l’epicentro di un progetto di ampia portata sociale, è testimoniata nel nuovo volume di Letizia Pagliai, "Giorgio La Pira e il ‘piano latte’. La funzione sociale della Centrale, pubblicato a cura della Fondazione Giorgio La Pira da Polistampa che sarà presentato a Firenze mercoledì 3 marzo alle 10 nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi. La Pira, divenuto sindaco di Firenze nell’estate del 1951, sentì da subito l’esigenza di creare un legame forte e visibile tra l’amministrazione e la cittadinanza, principalmente attraverso i servizi pubblici. Prese vita così il Piano Latte, che prevedeva l’istituzione di una Centrale del Latte, le cui attività produttive incominciarono nel 1954, e anche la riorganizzazione del sistema di distribuzione dell’alimento che coinvolse, a partire dai bambini, fasce via via sempre più ampie della popolazione. È in questo modo che il latte, un prodotto fino a quel momento marginale nei consumi familiari, diventò il centro di un programma organico capace di coinvolgere la cittadinanza nel suo complesso, modificandone le abitudini: partendo dalle scuole e dagli asili nido, fece il suo ingresso nelle stazioni dove passavano i pendolari, poi nelle carceri, quindi negli istituti di beneficenza e nelle opere pie.
L’autrice del volume svela alcuni retroscena finora poco conosciuti di questo progetto, che caratterizzò ben presto un esempio seguito su scala nazionale. Come l’appoggio decisivo di Amintore Fanfani, allora ministro dell’Agricoltura, che rese possibile l’attuazione del piano secondo modalità già note negli Stati Uniti, o la stretta collaborazione tra La Pira e Ludovico Montini, direttore dell’Amministrazione Aiuti Internazionali, che garantì il necessario supporto economico a un’operazione che riuscì a conciliare gli interessi di agricoltori e produttori con quelli della sfera pubblica e delle istituzioni politiche: un “piano” che La Pira pensò, ricorda Letizia Pagliai, “come l’asse di un disegno attorno al quale poteva svilupparsi una nuova pratica sociale dalle dimensioni nazionali”.
Data recensione: 01/03/2010
Testata Giornalistica: Il Velino
Autore: ––