chiudi

Fosse ancora vivo, Mario Tobino in questi giorni compirebbe 100 anni. Grazie anche al catalogo della mostra celebrativa (in esposizione al Palazzo Paolina Bonaparte di Viareggio fino al 31) con foto, quadri e documenti che lo ritraggono, possiamo immagina

Fosse ancora vivo, Mario Tobino in questi giorni compirebbe 100 anni. Grazie anche al catalogo della mostra celebrativa (in esposizione al Palazzo Paolina Bonaparte di Viareggio fino al 31) con foto, quadri e documenti che lo ritraggono, possiamo immaginarcelo malinconico, dopo i festeggiamenti, rientrare nelle due stanzette da psichiatra del manicomio di Maggiano, rifugiarsi nella solitudine che lo caratterizzò e sorridere ai suoi matti. Ora possiamo dirlo: Tobino è tra i 10 grandi scrittori italiani del secondo ‘900. E, tra questi, il più provinciale, nell’accezione positiva del termine: genuino e impulsivo, capace d’odio perché prima d’amore, letterato autobiografico senza sconti per se stesso. In una società di sedicenti normali e di intruppati in idee-massa, si sentì sempre Il clandestino. E, come dice qui il poeta Vittorio Sereni, ebbe l’intuizione che “il male sia dell’intelletto, non degli affetti”.
Data recensione: 21/01/2010
Testata Giornalistica: Il Fatto Quotidiano
Autore: Ciro Bertini