chiudi

Compirà cent’anni, fra un anno, l’Estate fiesolana. O meglio, il 20 aprile 2011 sarà un secolo dacché il Teatro Romano ha ripreso ad accogliere spettacoli. Riaffiorato definitivamente soltanto nel 1878 dalla terra che l’aveva a lungo ricoperto, fu la cocc

Compirà cent’anni, fra un anno, l’Estate fiesolana. O meglio, il 20 aprile 2011 sarà un secolo dacché il Teatro Romano ha ripreso ad accogliere spettacoli. Riaffiorato definitivamente soltanto nel 1878 dalla terra che l’aveva a lungo ricoperto, fu la cocciutaggine di un manipolo di intellettuali a riportarlo a nuova vita artistica. Per la prima volta in Italia un teatro antico veniva recuperato all’uso originario. L’Edipo re di Sofocle dato dalla compagnia di Gustavo Salvini ottenne un successo insperato, tanto da venir replicato il mese dopo alla presenza della regina Margherita. Da allora, sia pure tra alti e (molti) bassi, le rappresentazioni al Teatro Romano si sono susseguite fino a oggi in un’alternanza continua tra prosa e lirica, repertorio cameristico e danza, jazz e cinema, tra Chet Baker e Carla Fracci, Fellini e Dario Fo, Gazzelloni e i concerti-assemblea di Pollini negli anni Settanta. Una storia che adesso viene raccontata - soprattutto per immagini: foto di scena, locandine, scatti rubati dietro le quinte - nel volume “Il Teatro Romano va in scena. Documenti per la storia dell’Estate fiesolana” (Polistampa, 14 euro). L’ha curato Maura Borgioli, direttrice dell’Archivio storico fiesolano dove si conserva la gran parte dei materiali presentati nel testo. Se ne ricava l’impressione che Fiesole avrebbe avuto le carte in regola per diventare una sorta d’Arena di Verona per un pubblico più esigente e coltivato, però abbia sostanzialmente fallito l’impresa. Se non in certi periodi, come le primissime stagioni.
Data recensione: 09/01/2010
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Gregorio Moppi