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Una fabbrica dismessa, un gruppo di giovani artisti e le facce consumate dal lavoro degli operai di una fornace storica. Sono questi i presupposti da cui nasce Game over – Paly again! La mostra che verrà inaugurata sabato 12 alle Sieci, nell’ex sede della

  Una fabbrica dismessa, un gruppo di giovani artisti e le facce consumate dal lavoro degli operai di una fornace storica. Sono questi i presupposti da cui nasce Game over – Paly again! La mostra che verrà inaugurata sabato 12 alle Sieci, nell’ex sede della Brunelleschi Industrie srl. Azienda che produce materiale ceramico dal 1774.Protagonisti sono un gruppo di ex allievi dell’Accademia delle Belle arti di Firenze, che sotto la guida di Adriano Bimbi — docente dell’Accademia ― e con il patrocinio dei comuni del levante fiorentino, primo tra tutti quello di Pontassieve, sono stati inviati dai dirigenti dell’azienda a dar vita a un progetto che ha come motivo ispiratore la fabbrica e il lavoro degli operai. Il risultato sono una serie di opere dal realismo «spudorato», che raccontano storie attraverso sguardi, scorci e angoli consumati da oltre due secoli di attività. I dieci artisti si sono ritrovati a diretto contatto con gli operai e il loro lavoro, contesto nel quale il luogo e la persone che lo abitano si fondono per creare un tutt’uno fortemente caratterizzato. I quaranta ritratti realizzati dai dieci artisti coinvolti nel progetto si materializzano come tele enormi, mosaici realizzati con il materiale di scarto della produzione, fotografie che immortalano luoghi e che raccontano meglio le persone di quanto farebbe un ritratto. E poi ci sono le proporzioni, tutte amplificate, come se ogni lavoro fosse realizzato in una scala appropriata alla grandezza dello spazio. «È il riflesso dell’industrializzazione e della de-industrializzazione ― spiega Paolo Targetti, presidente dell’Accademia― Questi lavori raccontano un’industria che muore per poi rinascere a pochi chilometri di distanza».La Brunelleschi infatti non ha messo ha a disposizione lo spazio per celebrare la sua fine bensì per parlare di una rinascita, in un nuovo e più moderno stabilimento situato otto chilometri più in là. «Il progetto che stiamo valutando è quello di ospitare, all’interno del vecchio stabilimento ― spiega Andrea Berti, amministratore delegati dell’azienda ― un laboratorio permanente per gli studenti dell’Accademia». Una volta conclusa la mostra (che durerà fino al 19 settembre), ognuno dei lavori verrà spostato in un comune del levante fiorentino per fare da proscenio ad Agorà. Dalla migrazione alla conoscenza, rassegna dedicata al contemporaneo che che vivacizzerà i paesi vicini a Pontassieve fino a dicembre. «L’obiettivo ― continua Targetti ― una volta conclusa la manifestazione, sarebbe quello di riuscire a portare queste opere in giro per l’Europa, in modo da creare un circuito internazionale, che racconti l’esperienza di questi ragazzi». «La vera rivoluzione è questa ― ha commentato Adriano Bimbi― riuscire a fare il ritratto a quelli che un tempo sarebbero stati considerati i servi della gleba. Una cosa indispensabile fino a qualche decennio fa. Siamo riusciti a fare una mostra in un luogo che non è un luogo qualsiasi, ma un luogo di lavoro». Game over – Paly again! è il punto di partenza di Agorà, cantiere multimediale che catalizzerà l’attenzione sul territorio della Valdisieve e del Valdarno fiorentino fino a fine anno. Tra i progetti più interessanti, i video prodotti durante i laboratori tenuti dai Kinkaleri e le personali di alcuni artisti come simone Zaccagnini, Elisa Baregi e Selena Maestrini. Info 055-836381.
Data recensione: 09/09/2009
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Ludovica Valentina Zarrilli