chiudi

Fu poeta e uomo d’ avventura, tanto da finire come schiavo dei pirati di Algeri, Filippo Pananti (1766-1837) la cui vita viene narrata nel nuovo libro del giornalista fiorentino Paolo

ZCZC1259/SXR
YFI17273
R SPE S57 QBXX

(ANSA) - FIRENZE, 10 NOV - Fu poeta e uomo d’ avventura, tanto da finire come schiavo dei pirati di Algeri, Filippo Pananti (1766-1837) la cui vita viene narrata nel nuovo libro del giornalista fiorentino Paolo Ciampi ’’Il poeta e i pirati Le straordinarie avventure di Filippo Pananti, schiavo ad Algeri’’ (ed.Polistampa).
Algeri, ai primi dell’ 800, era ancora, dopo secoli e in piena epoca napoleonica, il piu’ temibile covo di pirati dell’intero Mediterraneo rinchiudendo tra le sue mura centinaia di schiavi. Tra loro un giorno capita anche Filippo Pananti, un toscano del Mugello, un poeta che sara’ sepolto tra i grandi d’Italia in Santa Croce e salutato all’ epoca come il piu’ grande epigrammista italiano.
A lui tocca in sorte di essere uno degli ultimi cristiani catturati dai pirati ma anche uno dei primi occidentali dell’epoca moderna a poter raccontare il Maghreb e l’Islam. Un suo libro fortunatissimo evoca situazioni e problematiche oggi di drammatica attualita’. Pur rimasto affascinato, suo malgrado, dal mondo islamico, Pananti - che era un assertore dell’eguaglianza fra tutti gli uomini - invoca una nuova crociata per la civilta’ contro i covi dei pirati e gli Stati protettori, un po’ come se l’ Algeria di allora diventasse l’ Afghanistan o l’Iraq dei nostri giorni. Le vicende di Filippo Pananti precedono di oltre quindici anni la conquista francese dell’ Algeria.
(ANSA).

COM-KOH
2005-11-10 17:38:00
NNNN
Data recensione: 10/11/2005
Testata Giornalistica: ANSA
Autore: ––