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Del resto, è sempre una questione di fili. Il filo che intesse la trama letteraria, il filo che percorre l’ordito del tessuto. Il filo (rosso questa volta) che tiene insieme i nomi in un bouquet da antologia. A legare tutto, Prato, la

Nasce l’antologia degli scrittori pratesi del ventesimo secolo promossa sai Bibliofili pratesi per ribadire i tratti distintivi dei nostri autoriDel resto, è sempre una questione di fili. Il filo che intesse la trama letteraria, il filo che percorre l’ordito del tessuto. Il filo (rosso questa volta) che tiene insieme i nomi in un bouquet da antologia. A legare tutto, Prato, la sua storia, la sua cultura. Quella «città interiore» per dirla con l’espressione di Ernestina Pellegrini, che non è soltanto un luogo, ma anche un tempo, un modo di essere, il sentimento che si chiama «pratesità». A omaggiare la nascita dell’antologia degli «Scrittori pratesi del Novecento», voluta dal Gruppo Bibliofili pratesi «Aldo Petri», erano in tantissimi. Hanno fatto gli onori di casa a quanti hanno gremito la prestigiosa Sala del Consiglio di Palazzo Comunale, nel pomeriggio di sabato 28 febbraio, l’assessore alla Cultura Andrea Mazzoni, l’assessore alla cultura della Provincia, Paola Giugni; il presidente dei Bibliofili Umberto Mannucci; i curatori dell’antologia i professori Ernestina Pellegrini e Francesco Gurrieri; il prof. Sergio Givone, ordinario di Estetica all’Università di Firenze. Ebbene, il battesimo che si è celebrato nel pomeriggio di una giornata storica per Prato – quella manifestazione unitaria del distretto tessile – non poteva che dare all’evento del mattino ancora più spessore: alla presenza e di orgoglio di una città che vuole vivere, si è affiancata quella, altrettanto orgogliosa, di chi ha dato «sistematico ordine ai testi letterari del Novecento pratese», come afferma il prof. Mannucci nella sua presentazione. E subito negli scritti emerge quella «autonomia» dalla cultura fiorentina, che lo sguardo acuto del maestro Giorgio Luti rileva nella penetrante prefazione. Il volume, dedicato a Roberto Cecchi, «fondatore e generoso membro» dei Bibliofili, raccoglie le pagine di tanti: da Malaparte a Veronesi, passando per Ardengo Soffici, Armando Meoni, Umberto Cecchi, Edoardo Nesi; per tutti l’invito è a sfogliarla per scoprire i nomi di quanti non possiamo ricordare qui, molti dei quali nostri contemporanei.  E per riprendere il filo del discorso, allora, che cos’è questa pratesità rivendicata lungo tutto il volume? Cos’è che distingue dagli altri, e accomuna tra loro i pratesi «distesi sotto lo sguardi della Calvana e lungo le acque del Bisenzio»? Una risposta è nella bellissima lezione del professor Givone: «Prato è una città industriosa e la sua cultura è una cultura del fare, una cultura che cerca costantemente il contatto con la realtà e di questa realtà si sustanzia». Di quetsa cultura Prato si è nutrita, negli anni, e ne ha fatto un vanto e un motivo d’eccellenza nel mondo. Attraverso la foto di gruppo offerta dall’antologia agli occhi dei contemporanei sarà possibile ricostruire il volto e l’identità di Prato, il percorso che ha portato fino a qui. Qualcuno, durante la presentazione, ha detto che la manifestazione della mattina sarebbe stata una pagina che ognuno degli scrittori avrebbe voluto raccontare. Ecco, ancora una volta avrebbe trionfato nella scrittura la cultura della realtà: la società pratese ha lasciato alla cronaca una pagina degna della sua storia. Società per la cultura, per dare  alla letteratura – e all’arte tutta – lo spessore tangibile della potenza della città. Cultura per la società, per aiutarla a riconoscere il suo volto, variegato dal «melting pot», l’intreccio di culture sottraendolo alla caducità del momento, collocandolo in un più ampio disegno, consegnandolo, salvato dalla corrosione del tempo, alla comprensione di molti.
Data recensione: 08/03/2009
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: ––