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Con l’arrivo della capitale a Firenze, lo scenario cambia di nuovo: si pubblicano decine di giornali politici, letterari e di costume. La città del giglio diventa anche capitale dell’editoria, ma in generale tira una brutta aria

Con l’arrivo della capitale a Firenze, lo scenario cambia di nuovo: si pubblicano decine di giornali politici, letterari e di costume. La città del giglio diventa anche capitale dell’editoria, ma in generale tira una brutta aria. Scrive Paolo Ciampi nel libro Firenze e i suoi giornali (Edizioni Polistampa, p. 202) “Con i mesi gli scarsi entusiasmi si tramutarono in malcontento più o meno aperto. E alimentarono una satira prodotta a iosa sulle rive dell’Arno, di perfidia raramente eguagliata. I fogli umoristici e semiumoristici – dallo Stenterello all’Asino, dal Fiammifero al Frustino, dalla Scossa Elettrica a Don Pirlone – andarono a ruba. Graffiarono, insultarono, irrisero”. Troviamo scritto per esempio in una vignetta dello “Stenterello” del 1868, che raffigura la tipica maschera fiorentina vicina alla Porta di Palazzo Vecchio. “ora son ridotto in questo stato – spero chi mi strozzò veder strozzato”. Molti auspicavano di veder in rovina i piemontesi che stavano portando al collasso una città alla quale “la tazza di veleno” della trasformazione in capitale d’Italia non era mai andata giù. “Il Lampione” del 9 maggio 1865, polemizza contro gli sfregi al patrimonio artistico compiuti dai “buzzurri”, con una vignetta in cui sono rappresentati alcuni operai intenti a tirar giù i dipinti del Bronzino nel gabinetto di Cosimo de Medici, sotto la direzione dell’ingegnere piemontese Falconieri, rappresentato come un “bove” con tanto di corna e orecchie taurine.
Data recensione: 11/06/2009
Testata Giornalistica: Metropoli
Autore: Marco Nucci