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Una Tac in un ospedale è normale amministrazione. Ma se il nosocomio è lo storico complesso di Santa Maria Nuova e il paziente in questione è un crocifisso ligneo realizzato da Francesco da Sangallo e datato

Nei depositi dell’ospedale di Santa Maria Nuova sono catalogate e conservate 1.300 opere. Tra queste un crocifisso ligneo realizzato da Francesco da Sangallo e capelli, rotule, dita, femori e frammenti di ossa. Un tesoro che è stato riscopertoFIRENZE - Una Tac in un ospedale è normale amministrazione. Ma se il nosocomio è lo storico complesso di Santa Maria Nuova e il paziente in questione è un crocifisso ligneo realizzato da Francesco da Sangallo e datato 1515-1520, la storia cambia radicalmente. La scultura - studiata nei minimi dettagli durante il restauro e sottoposta a tac solo fino al torace per evidenti problemi legati al passaggio dell’opera all’interno della macchina - è solo una delle 1300 opere catalogate e conservate nei depositi dell’Ospedale di Santa Maria Nuova (numerose altre centinaia sono ancora da catalogare).
IL TESORO DELLA MOSTRA - Di questo corpus ingente e misconosciuto, 50 oggetti sono stati selezionati per prendere parte alla mostra “Il tesoro liturgico dell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze” (presso l’Archivio Storico di Firenze, via dell’Oriuolo, 33-35), secondo appuntamento di un progetto iniziato nel 2006 che vedrebbe la sua naturale conclusione nella realizzazione, entro il 2011, di un percorso museale permanente, che renderebbe fruibili i tesori nascosti dell’ospedale fiorentino. L’esposizione - curata da Mirella Branca e Brunella Teodori della soprintendenza al polo museale fiorentino insieme a Cristina de Benedictis dell’Università di Firenze, Esther Diana del Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità e da Mara Miniati dell’Istituto e museo di Storia della scienza – vede esposti parati liturgici, candelabri, oggetti preziosi utilizzati durante i riti sacri, ma anche vera e propria collezione di oreficeria liturgica e di reliquiari in legno dorato, argento e vetro. Tra questi attrae l’attenzione il dito asportato dal corpo di Galileo Galilei poco prima del trasferimento della salma dal primo sepolcro alla nuova collocazione, all’interno del mausoleo della Basilica di Santa Croce. Oltre al dito dell’esimio studioso – che viene esposto in concomitanza con celebrazioni per l’anno galileiano – sono altri i curiosi reliquiari esposti negli spazi di via dell’oriuolo.
CAPELLI, DITA, FRAMMENTI - Particolari simbolici legati alla vita e alla storia di personaggi in vista o di santi, ma anche capelli, rotule, dita, femori e frammenti di ossa non identificabili (almeno a colpo d’occhio) custodite all’interno di preziosi scrigni intarsiati, dorati e talvolta arricchiti con pietre preziose, avorio o particolari legati alla simbologia sacra. Oggetti che facevano parte del corredo liturgico delle chiese ma anche piccoli tesori da portare con sé. Come il minuscolo reliquiario “portatile”, che all’interno di un tubicino di vetro custodisce una piccola reliquia. Sono solo una piccola parte di una collezione notevole, oggi suddivisa in due raccolte. Una ancora custodita a Santa Maria Nuova e l’altra, più preziosa, che le monache Oblate portarono con sé quando si trasferirono da Sant’Egidio a Careggi. «Firenze è un meraviglioso mosaico – ha detto la soprintendente Cristina Acidini, intervenuta alla presentazione della mostra – e Santa Maria Nuova è una delle tessere indispensabili per comporlo».
Data recensione: 23/04/2009
Testata Giornalistica: Corrierefiorentino.it
Autore: Ludovica Valentina Zarrilli