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Lo studio esamina, in chiave comparativa, le relazioni franco-tedesche nel primo e nel secondo dopoguerra: nel periodo 1918-1923, dalla pace di Versailles all’occupazione delle Ruhr, e nel 1945-1949, dalla fine del conflitto alle premesse del piano Schuma

Lo studio esamina, in chiave comparativa, le relazioni franco-tedesche nel primo e nel secondo dopoguerra: nel periodo 1918-1923, dalla pace di Versailles all’occupazione delle Ruhr, e nel 1945-1949, dalla fine del conflitto alle premesse del piano Schuman, punto di partenza di un lungo sviluppo di relazioni pacifiche. Le relazioni fra i due paesi sono osservate nel loro contesto economico: il problema del governo francese era quello di controllare le risorse carbonifere dei territori di confine quali la Saar, la Renania e il bacino della Ruhr. Soprattutto nella forza produttiva carbo-siderurgica di quest’ultimo era correttamente percepita la radice della predominanza tedesca, per cui la diplomazia francese tentò in entrambi i dopoguerra di costituire il fatto compiuto di un controllo francese. Furono proposti vari scenari, dalla costituzione di uno Stato separato della Renania, all’occupazione e al controllo internazionale della Ruhr, a forme di unione doganale. Tutte ebbero vita travagliata ed effimera, avversate non soltanto dai tedeschi, ma anche dalle potenze anglo-americane, alleate, sia pure scomode, della Francia.
Il principale aspetto positivo di questo lavoro è l’ampiezza dell’angolo di osservazione: l’economia e le relazioni diplomatiche, ma anche gli scenari di politica interna soprattutto francesi (meno si parla di quelli tedeschi) vengono tutti presi in considerazione. Mancava un lavoro di sintesi di questi problemi in italiano e l’a. compie un prezioso lavoro di rassegna di una vasta e recente produzione storiografica internazionale. Il paragone fra i due periodi scelti è funzionale all’illustrazione della tesi, peraltro abbastanza fondata, che la Francia propone nel 1945-46 la stessa politica del 1919, ma deve abbandonarla per armonizzare la sua azione con quella degli Stati Uniti, che nel secondo dopoguerra scelgono di giocare un ruolo centrale nella ricostruzione europea. Forse si sarebbe potuto considerare come la politica francese avesse già avuto modo di sperimentare la riconciliazione con la Germania a partire dal 1925 fino al 1929, cosa che non fu senza conseguenze dopo il 1945. Un altro punto non sempre convincente è l’indagine del nesso fra carbone e acciaio: la superiorità della Ruhr dipendeva, oltre che dalla disponibilità di carbon-coke, dall’alto livello qualitativo dei forni a suola, e dagli ottimi livelli di produttività delle aziende tedesche, con facile accesso alle materie prime. Altri aspetti industriali, come il realismo dei siderurgici francesi rispetto alle ambizioni della loro diplomazia, vengono ben inquadrati. La domanda più seria su questo volume riguarda l’opportunità di costruire un primo studio quasi esclusivamente su fonti secondarie.
Data recensione: 01/06/2009
Testata Giornalistica: Il mestiere di storico
Autore: Ruggero Ranieri