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Se fosse vissuto in Irlanda, Giorgio Batini probabilmente sarebbe stato un cacciatore cantastorie di folletti, lepricani e orchi. È nato invece in Toscana, nel 1922. E come cronista e scrittore ha raccontato la sua terra

Se fosse vissuto in Irlanda, Giorgio Batini probabilmente sarebbe stato un cacciatore cantastorie di folletti, lepricani e orchi. È nato invece in Toscana, nel 1922. E come cronista e scrittore ha raccontato la sua terra con lo stesso amore magico e mitologico. È morto a Firenze, ieri notte a 87 anni, il giornalista e scrittore Batini, storico capocronista de La Nazione e fondatore nel 1980 della rivista Toscana qui.
 In mezzo secolo ha pubblicato più di 50 volumi che compongono un sentiero unico che si insinua nel passato e nel presente della sua regione. Ne ha raccontato santi e beati (Beati loro), gli animali preistorici (La Toscana delle balene), le campane (Per chi suona la Toscana), editi da Polistampa, e soprattutto il campanilismo (I toscanacci, Bonechi ed.). volando oltre il visibile, per approdare nella terra dei miti (Toscana magica, Sarnus), finanche tra i fantasmi, per poi tornare alla botanica (Le radici delle piante, Polistampa) e alla terra (Il fiume racconta, Bonechi), a volta anche in modo anche crudele, come quella de L’Arno in Museo (Bonechi), un’istantanea dell’alluvione del ‘66. Tra le sue pagine scopriamo tesori e curiosità , dal brigantaggio alle lapidi più singolari, alle faide comunali, fino alle abitudini degli Etruschi. In ogni suo lavoro, la stessa parola: Toscana.
Data recensione: 08/04/2009
Testata Giornalistica: Corriere della Sera
Autore: Edoardo Semmola