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Montecatini città pensata e voluta dagli Asburgo- Lorena e in particolare dal personaggio più illuminato di quella dinastia, il granduca Pietro Leopoldo che disegnò la città delle acque destinata a divenire capitale

Montecatini città pensata e voluta dagli Asburgo- Lorena e in particolare dal personaggio più illuminato di quella dinastia, il granduca Pietro Leopoldo che disegnò la città delle acque destinata a divenire capitale del termalismo europeo. Ma questa è solo una delle innumerevoli storie che riguardano la Toscana preunitaria e fino al ventennio mussoliniano, un ampio arco temporale durante il quale furono poste le basi dell’industrializzazione, oltre al significativo sviluppo dell’agricoltura. «Il rilievo dell’agricoltura — scrive Pazzagli — non sfuggì ai sovrani lorenesi: né nell’età di Pietro Leopoldo, quando la Toscana veniva considerata essenzialmente una provincia agraria, né in quella di Leopoldo II, che riassumeva la dimensione rurale del granducato nell’espressione Agricoltura è pregio, arte di Toscana». Parla di questo e di molto altro il volume «La Toscana dai Lorena al fascismo. Mezzo secolo di storiografia nel cinquantenario della Rassegna storica toscana», a cura di Fulvio Conti e Romano Paolo Coppini, edito da Polistampa di Firenze (marzo 2009, 381 pagine) per la collana di studi della Società toscana per la storia del Risorgimento. Grazie ai contributi di eminenti studiosi e ricercatori, il libro traccia una vasta panoramica su politica e istituzioni, economia, gruppi sociali e cultura. Di particolare interesse gli approfondimenti: Dall’agricoltura al territorio e all’ambiente: un itinerario storiografico (di Rossano Pazzagli); La storiografia su manifattura e industria (Fabio Bertini); Il movimento operaio e contadino (di Donatella Cherubini); Chiesa e vita religiosa (Bruna Bocchini Camaiani); la presenza protestante (Giorgio Spini); Medicina e sanità (Donatella Lippi); La pedagogia e l’istruzione (Angelo Gaudio); Nella crisi del positivismo italiano. Serra, gli autodidatti fiorentini e altre storie di scuole e università (Marino Biondi). Facile trovare numerosi riferimenti a realtà della Valdinievole. Solo per fare qualche esempio, le cave di terra bianca a Montecarlo; le produzioni della seta a Pescia, che «spiccava con 680 donne impiegate nelle quindici tratture attive per il granducato e per l’estero, con particolare sviluppo negli anni ’40 dell’Ottocento»; a uno dei primi rappresentanti, a Pescia, del protestantesimo «come il ginevrino Jean Charles Léonard Simonde, che volle dirsi Sismondo de’ Sismondi». Un libro in grado di spiegarci quei decenni decisivi per la nostra regione.
Data recensione: 30/04/2009
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Marco A. Innocenti