chiudi

Tra i maggiori storici ed intellettuali italiani, Giorgio Spini, scomparso nel gennaio 2006, è stato una figura del tutto originale. Imbevuto di cultura anglosassone, proveniente da una famiglia protestante di modeste origini

Tra i maggiori storici ed intellettuali italiani, Giorgio Spini, scomparso nel gennaio 2006, è stato una figura del tutto originale. Imbevuto di cultura anglosassone, proveniente da una famiglia protestante di modeste origini, Spini è stato un fervente antifascista, combattendo nella guerra di Liberazione come aggregato all’VIII armata britannica. La sua appassionata speranza di rigenerazione dell’Italia rappresentata dal Partito d’Azione di Ferruccio Parri, vanificatasi nelle urne, si è poi diretta nell’impegno nell’area del socialismo. Incessantemente, nel periodo postbellico, l’allor giovane studioso affascinato dal laburismo britannico ha cercato di sollecitare una risposta efficace, laica ed incisiva, di fronte al predominio democristiano e al grande appeal del Pci sulle masse popolari, con una intensa attività pubblicistica. Un significativo contributo alla conoscenza dello Spini militante nel periodo 1945-61 è ora fornito dal bel volume curato dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana Giorgio Spini. Lo storico e la politica. Scritti giornalistici (Edizioni Polistampa) dove Mirco Bianchi raccoglie gli articoli più significativi delle storiche testate Non Mollare, organo del Partito d’Azione fiorentino, Nuova Repubblica, organo del Movimento di Unità Popolare di Codignola, e Il Ponte, fondato e diretto da Piero Calamandrei. In queste pagine, il giovane Spini tocca molti temi e vicende cruciali dell’Italia postbellica. E’ radicalmente chiaro sul discrimine antifascista tra chi lottava comunque per il riscatto dell’Italia e chi si alleava a Salò con gli oppressori stranieri (suscitando polemiche anche negli ultimi anni di vita contrastando una malintesa “pacificazione nazionale”). Sottolinea i compiti inderogabili di un Paese veramente rispettoso della libertà di coscienza e delle minoranze religiose. Traccia affreschi sui drammi sociali della Puglia, ironizza sugli agrari e sui “padroni del vapore”, racconta la deludente formazione degli insegnanti nella scuola degli anni ’50 e molto altro. Come afferma Paolo Bagnoli, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Siena e direttore dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Spini è “analista attento e polemista pungente” dell’Italia post-Liberazione “secondo canoni critici che intrecciano azionismo e protestantesimo”.
Data recensione: 01/03/2009
Testata Giornalistica: Ragioni socialiste
Autore: Roberto Pagano