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Nel leggere questa storia del partito socialista fiorentino – che non è e non vuol essere solamente una storia meramente localistica, in quanto vengono evidenziati dallo storico Luigi Lotti numerosi fotogrammi della storia

Nel leggere questa storia del partito socialista fiorentino – che non è e non vuol essere solamente una storia meramente localistica, in quanto vengono evidenziati dallo storico Luigi Lotti numerosi fotogrammi della storia nazionale e non soltanto del partito socialista – ci meravigliamo come questo frammento politico cittadino abbai potuto non soltanto sopravvivere nei cinquant’anni del dopoguerra, ma anche prosperare e più volte fare da battipista per movimenti politici annunciati e qualche volta sperimentati in vitro in quella Firenze uscita dalla Resistenza e dall’alluvione del 1966  sempre più salda e sempre più bella. Ci meravigliamo  in quanto le difficoltà descritte in questo saggio in merito a scissioni, ricompattamenti e di nuovo separazioni non hanno veramente fine che con l’incontro/scontro di “Mani pulite”. Non solo; vi erano anche le correnti interne al partito che giocavano alla difficile arte della politica. E non basta; se si considera con quanta cura il “fratello” PCI tentasse in tutti questi anni di affondare la zattera socialista e direttamente o indirettamente.Un’epoca eroina, questa del partito socialista, che naviga nel mare aperto della politica alla ricerca di una sua autonoma identità e nello stesso tempo cercava di indicare la strada migliore ai partiti avversari, molto più forti, molto più preziosi e per ciò stesso  a volte miopi, per la visione e la ricostruzione di una Italia moderna.
Pagine mirabili escono dalla penna dello storico Massimo Nardini che studia la rinascita  del socialismo fiorentino attraverso la griglia di lettura del foglio del partito “La Difesa” (1945-1957) in cui scrisse anche Lelio Lagorio, primo presidente della Regione Toscana di nuova costituzione e più volte Ministro, a cui questo libro è dedicato.
La “Difesa” organo della Fondazione fiorentina prima del ventennio fascista “ritornò ad essere di nuovo lo specchio della vita e dei problemi della città” e in alcuni casi, come sottolinea Nardini, un “osservatore realista della situazione nazionale ed internazionale”. Così dal giornale si hanno i resoconti della Costituente, ma anche dell’epurazione delle persone fortemente compromesse in Firenze con il passato regime e via via che si andavano normalizzando le cose, le vicende del primo Congresso provinciale presero maggior campo con le sue tre correnti principali: “Base”, “Critica”, “Sociale”, “Iniziativa Socialista”. Continuò nel tempo la redazione a descrivere la vita interna del partito senza trascurare avvenimenti di politica generale.
Lelio Lagorio chiude il saggio con i suoi ricordi, con i personaggi socialisti che gli furono d’esempio e con quelli con i quali si scontrò con lealtà fraterna, ma quelli per poco non tentarono di far naufragare un’elezione delle più importanti con erronee presentazioni di liste li condanna alla damnaztio memoria.
Riccardo Nencini – che nelle parole di Lelio Lagorio raccolse il testimone nel 1994 ed unico parlamentare socialista in carica a cui toccò spegnere la luce nel PSI fiorentino e abbassare la saracinesca dell’officina socialista – nella prefazione espone le motivazioni del saggio, il quale contiene fra l’altro – a cura di Donatella Cherubini – i profili biografici dei socialisti parlamentari, sindaci di Firenze, presidenti della Regione e del Consiglio regionale, presidenti della Provincia di Firenze, motivazioni che valgono non solo per il partito socialista fiorentino ma per tutti i partiti che furono travolti dal terzo potere italiano: la magistratura.. “Se questi partiti non ci sono più, assieme alla vecchia c’è una nuova buona ragione riparlarne. La vecchia: la memoria è il salvadanaio dello spirito. Conviene ricordare. La  nuova: attraverso i partiti, la/le libertà si sono accresciute ed hanno conosciuto orizzonti più larghi ed i socialisti, in questo impervio cammino, hanno fatto la loro parte. Lelio Lagorio, cui questo libro è dedicato è tra questi”.
Data recensione: 01/10/2008
Testata Giornalistica: Camicia Rossa
Autore: Guglielmo Adilardi