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“Di domenica si può anche morire” è l’esordio narrativo del giornalista radiofonico del circuito Controradio/Popolare Network. Il libro è suddiviso in due sezioni. La prima, Morsi, è costituita da sei racconti

“Di domenica si può anche morire” è l’esordio narrativo del giornalista radiofonico del circuito Controradio/Popolare Network. Il libro è suddiviso in due sezioni. La prima, Morsi, è costituita da sei racconti brevi che, attraverso lo specchio del rapporto uomo/donna, indagano la crisi della società occidentale, frantumatasi sotto il peso della precarietà, della superficialità, della velocità ossessiva e del culto per un razionalismo tecnologicistico che sta rendendo rigido e dis-umano il contesto spazio-temporale in cui si svolgono le nostre esistenze.
“Vedo intorno a me sempre più persone che si accontentano, che dedicano i propri giorni a sopravvivere -dice Guarino- mentre la vita vera scorre in maniera inesorabile e così distante da noi che quasi non la riconosciamo più”. “La società occidentale sembra aver puntato tutto sulla ragione, mentre credo - prosegue l’autore- che siano più che altro i sentimenti, le emozioni, a renderci pienamente e compiutamente esseri umani. Quello che volevo raccontare era il coraggio di non accontentarsi, di scegliere, anche quando tutto lo sconsiglierebbe, di essere disposti a correre dei rischi per questo”. La seconda sezione accoglie Una casa grande come un sogno vincitore del premio Raccontare la periferia 2006, e Il mio nome è mai più , vincitore del premio 2007 “Firenze per le culture di pace. Intitolato a Tiziano Terzani”. “Di domenica si può anche morire” verrà presentato a Pistoia, mercoledì 18 febbraio ore 18.00 presso la libreria Edison Bookstore di via degli Orafi 64.
Domenico Guarino
è nato a Battipaglia (Salerno) nel 1968. Vive a Firenze, dove lavora come giornalista presso l’emittente radiofonica Controradio-Popolare Network. Nel 2006 vince il premio letterario “Raccontare la periferia” organizzato dal Gabinetto Vieusseux.. Nell’ottobre 2007 viene messa in scena la sua pièce teatrale La ballata del lavavetri. Atto unico contro l’ipocrisia del potere . Con il racconto Il mio nome è mai più vince nel 2007 il premio letterario “Firenze per le culture di pace. Intitolato a Tiziano Terzani” (sezione inediti) promosso dall’associazione «Un Tempio per la Pace» . Nel 2008 si aggiudica anche il premio “Piero Passetti” dell’Unione nazionale cronisti. Ha pubblicato il testo “Dialogo tra Uomo e Rom” (Edizioni FuoriBinario). Prossimamente uscirà il suo ultimo libro “Ordine Nuovo”.
Data recensione: 17/02/2009
Testata Giornalistica: InToscana
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