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“Come vede il problema e’ di fondo, il dissenso fra di noi e’ radicale: non concerne le volonta’, concerne gli intelletti nostri che sono orientati (in ordine alla vita sociale) in modo

Firenze, 12 feb. - (Adnkronos) - "Come vede il problema e’ di fondo, il dissenso fra di noi e’ radicale: non concerne le volonta’, concerne gli intelletti nostri che sono orientati (in ordine alla vita sociale) in modo opposto: lei e’ un liberale, io no! Da qui le drammatiche divisioni sul terreno politico e, percio’, giuridico, economico etc. Potrei, come vede, scrivere un intiero libro su questo drammatico dissenso: esso, purtroppo, ha portato i cattolici alla triste situazione politica odierna: nell’aula ’sorda e grigia’ di Montecitorio, e’ ancora presente Mussolini: circa quaranta anni dopo (e dopo quali eventi). Ecco, caro Don Sturzo, il perche’ del nostro immenso dolore per quanto e’ avvenuto in questi giorni e che Lei ha avallato: lei che pure sofferse del fascismo: ma che, tuttavia, per la sua posizione mentale ’liberale e rinunciataria’, collaboro’ (senza volerlo) alla nascita del fascismo nel 1922, si fece in certo modo, propugnatore del fascismo nel 1953, avalla il nuovo fascismo nel 1959 (altro non e’ il monocolore Segni: lo guida - a parte le intenzioni di Segni - Malagodi e Michelini)".
Culmina cosi’, in una dura lettera del 3 marzo 1959 rimasta fino a oggi inedita, la lunga diatriba tra due delle figure piu’ note del cattolicesimo democratico italiano del Novecento: Giorgio La Pira e Don Luigi Sturzo. Il documento e’ riportato nel saggio della ricercatrice fiorentina Letizia Pagliai, dal titolo ’’Per il bene comune. Poteri pubblici ed economia nel pensiero di Giorgio La Pira’’ (pagine 264, euro 16), pubblicato dall’editore Polistampa e Fondazione La Pira nella collana ’’I Libri della Badia’’.
Data recensione: 12/02/2009
Testata Giornalistica: Il Riformista
Autore: ––