chiudi

Per anni giornalista al quotidiano romano Paese Sera, Barbara Minniti ha tentato l’avventura con il romanzo, prima con “L’ombra della notte” ed ora con “Casa Collins”, sottotitolo “Le memorie della ‘segretaria inglese’ di

Per anni giornalista al quotidiano romano Paese Sera, Barbara Minniti ha tentato l’avventura con il romanzo, prima con  “L’ombra della notte” ed ora con “Casa Collins”, sottotitolo “Le memorie della ‘segretaria inglese’ di Garibaldi”, edito dalla fiorentina Polistampa.
A suo modo “Casa Collins” è un romanzo politico, nel senso che sposa in pieno le idee rivoluzionarie socialiste, con venature anarchiche, di Giuseppe Garibaldi, colto negli ultimi anni della sua vita, isolato a Caprera. Suo buen ritiro, ma anche una sorta di confino, controllato a vista da vedette della regia marina per il timore che, dopo aver consegnato l’Italia a Teano nelle mani di Vittorio Emanuele II, il generale si organizzasse per la presa di Roma, ancora in mani di quello che egli considerava il peggior nemico dell’umanità: il papato. Con il generale Pescetto e Francesco Crispi, che erano stati mandati da Rattazzi ad Alessandria perché rinunciasse alle sue mire di liberazione di Roma, era stato tutt’altro che tenero: bestemmie e imprecazioni.
Lui, tuttavia, sorvegliato nella sua Casa Bianca alla Maddalena, ci pensava e ripensava al colpo di mano, e ne parlava con i fedeli che venivano a trovarlo. Con altri, tipo Bakunin, preparava invece altre rivolte, ad esempio quella della Polonia contro i russi, dove già c’era un manipolo di Camicie Rosse, che poi sarebbero state sconfitte e i pochi sopravvissuti spediti in Siberia.
Ma, a dispetto di qualche mascherata, nel tentativo di allontanarsi da Caprera in barca a remi di notte, il generale non era più l’uomo aitante di una volta, minato com’era da un’artrite che gli rendeva faticoso il passo. Ciò non toglieva che continuasse ad avere successo, per il suo fascino personale e la sua storia, con le donne che gli giravano intorno.
Una di queste è, appunto, Emma Claire Collins, una donna inglese vicina di casa che, a poco a poco, avrebbe guadagnato la sua fiducia. Donna ribelle per i tempi, ruppe con la famiglia borghese, restando incinta di colui che diventerà suo marito, Richard Collins, ancor prima di sposarsi. Non solo. Il marito, uomo di fiducia dello zio di Emma, e forse amante, secondo costumi “piuttosto diffusi nella buona società”, sarà accusato di furto per essersi appropriato della cassa dello stesso zio. Poi, perdonato da entrambi, sarebbero venuti a Caprera dove Richard sarebbe morto.
E’ sopratutto la Emma vedova quella che frequenta il vecchio generale e ne spia ogni istante della vita, con una ricognizione storica di tanti fatti e fatterelli, che sono la parte più interessante di questo romanzo in cui il mito cede il passo all’uomo. Ciò non toglie che, secondo uno schema di memorie a ritroso, troppo lunghe per chiamarle flash-back, la narrazione colga altri momenti della vita del generale, così come di quella della Emma, in un continuum che è la cifra di questo romanzo, a tutto tondo storico e interessante.
Il valore maggiore, ciò che ne fa il perno, è proprio l’attenzione ai retroscena, al dietro le quinte delle pagine di storia più note, al dettaglio privato, in una dimensione che giustifica quel sottotitolo che definisce Emma segretaria del generale. Non una invenzione dell’autrice, seppur nell’uso della prima persona, ma realmente vissuta come ben ricorda nella prefazione al libro Annita Garibaldi Jallet, pronipote del generale, nipote del figlio di lui e di Anita, Ricciotti, che ricorda quanto “Garibaldi amò al punto di pensare di sposarla” Emma, la quale poi “si fece carico dell’infanzia del piccolo Ricciotti”.
Barbara Minniti, la cui madre – come rivela in coda al romanzo - è sepolta nel piccolo cimitero de La Maddalena dove ritorna sempre, ha compiuto in questo senso un’operazione di immedesimazione particolarmente significativa che dà luce e sopratutto emozione e sensibilità tutta femminile a una autobiografia altrimenti finta. Un’operazione, da sottolineare, che può riuscire solo grazie a un’ attenta e meticolosa documentazione qual’è stata quella dell’autrice, che qui ha messo in campo le migliori doti di quella che è la sua professione di origine, ovvero la cronista.
Data recensione: 23/04/2009
Testata Giornalistica: La Rinascita della Sinistra
Autore: Diego Zandel