chiudi

«Sono quasi pazzo di dolore. Ninetto è finito. Dopo quasi nove anni Ninetto non c’è più. Ho perso il senso della vita. Penso solo a morire o a cose simili. Tutto mi è crollato intorno: Ninetto con la sua ragazza, disposto

Roma
      «Sono quasi pazzo di dolore. Ninetto è finito. Dopo quasi nove anni Ninetto non c’è più. Ho perso il senso della vita. Penso solo a morire o a cose simili. Tutto mi è crollato intorno: Ninetto con la sua ragazza, disposto a tutto, anche a tornarea fare il falegname (senza battere ciglio) pur di stare con lei». Scriveva così Pier Paolo Pasolini all’amico e poeta Paolo Volponi nell’agosto del 1971, dopo la fine della sua lunga relazione con l’attore Ninetto Davoli. La lettera fa parte di altre 81 inedite raccolte in volume dal professor Daniele Fioretti dell’Università del Winsconsin-Madison e pubblicate ora dall’editore Polistampa nel volume “Scrivo a te come guardandomi allo specchio” (pagine 216, euro 18). Consolare Pasolini non fu facile nemmeno per un confidente come Volponi, il quale aveva compreso il dramma dell’amico e citava “Canto Civile”, poesia sugli adolescenti dalle “guance fresche e tenere” amati dal cineasta e intellettuale. «Carissimo Pier Paolo - gli rispondeva Volponi - ho avuto latua lettera e ti abbraccio subito con tutto il mio affetto. Capisco la tua solitudine e il tuo dolore. Si perdono anche i figli e anche con essi si resta con un amore inappagato. Siccome ho letto e travasato bene il tuo ultimo libro so quanto contasse Ninetto per te e so anche che solo un dio potrebbe fartene trovare un altro altrettanto caro e splendente».
Data recensione: 15/01/2009
Testata Giornalistica: Il Gazzettino
Autore: ––