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Una passeggiata con Giacomo Puccini, attraverso i luoghi della sua vita: luoghi toscani

Una passeggiata con Giacomo Puccini, attraverso i luoghi della sua vita: luoghi toscani, che mostrano, se ce ne fosse bisogno, il profondo legame di uno dei suoi più grandi musicisti italiani con la sua terra d’origine. Non è una biografia né tantomeno uno studio critico, il Giacomo Puccini. Luoghi e sentimenti di Oriano De Ranieri e Mauro Lubrani, anche se attraverso documenti, testimonianze e lettere si ripercorre anche la genesi e il “volo” di alcuni capolavori del musicista lucchese. Gli autori, due giornalisti di cui il secondo si interessa ai grandi personaggi legati a Montecatini Terme, vogliono piuttosto svelare la personalità che si nasconde dietro l’artista; una figura simpatica, scanzonata e a tratti un po’ burbera, e soprattutto toscana fino all’ultimo atomo, come il suo grande amico e rivale Pietro Mascagni, pure così diverso nel carattere e nei modi.
Così, durante un pomeriggio a Terme Torretta (Montecatini) «Puccini gratificava di un sorriso indulgente il maestro che aveva appena finito di dirigere una fantasia della Bohème. A conclusione dell’Inno del sole, Mascagni salutava con gesti larghi maestro e orchestra, come a serrarli in un solo abbraccio». Non sempre però Puccini era così cortese con chi «improvvisava» sulla sua musica: quando a Cutigliano la filarmonica locale decise di onorarlo con un concertino sotto la finestra del suo alloggio, si sentì apostrofare con un «andate via, cani!». Non mancò la vendetta sopraffina, che consistette nello spedirgli un sonatore d’organetto detto «Disturbo» proprio sotto il davanzale...

Il volume, edito da Polistampa in veste grafica molto accurata ed elegante, con molte belle foto d’epoca che ricostruiscono veramente uno sfondo d’altri tempi, si articola in una serie di itinerari scanditi soprattutto dalle località in cui il maestro più frequentemente e volentieri soggiornò: Lucca, città natale amata e odiata nello stesso tempo, che sembrava a tratti snobbare uno dei suoi figli più illustri tanto che non lo degnò di un monumento fino al 1994, anno in cui peraltro fu eretto per iniziativa dell’Associazione Industriale e del Rotary; una ...stonatura veramente inaudita. Ma a questa città sono legati inevitabilmente i primi capitoli del libro, che ripercorrono soprattutto le vicende familiari - Giacomo era l’ultimo di una illustre dinastia di musicisti - e dell’infanzia, che ci rivela un Puccini maestro in monellerie e dispetti, oltre ai suoi primi passi sulla via dell’arte.
Un capitolo centrale è ovviamente dedicato a Torre del Lago, la residenza preferita dal Maestro, teatro non solo delle sue creazioni ma anche delle formidabili battute di caccia e delle sedute dello scanzonato e goliardico club “Bohème”: «Torre del Lago, gaudio supremo, paradiso, eden, empireo, turris eburnea... reggia... abitanti 120, 12 case... aria maccherona d’estate, splendida di primavera e d’autunno», scrive Puccini nel 1900 da Londra, in quel suo stile scanzonato e talvolta becero al punto da non disdegnare neppure i «moccoli», di cui il volume ci offre più di un simpatico assaggio.
Ma l’itinerario dei luoghi pucciniani è molto più lungo di quanto non si pensi; spirito inquieto, il Maestro bramava soprattutto fuggire il caldo e talvolta le furibonde liti coniugali con donna Elvira, gelosa (non certo del tutto a torto) di un marito che non era più l’artista squattrinato di cui si era innamorata piantando il primo consorte e lasciando Lucca sbalordita e deliziata dallo scandalo; e così, ricordando la passione del musicista per l’automobile, il volume «sfreccia» per Montecatini, Bagni di Lucca, l’Abetone e Cutigliano, alla Villa del Castellaccio in Valdinievole dove Puccini segnò sui muri di una stanza la fine della composizione del secondo e terzo atto di Bohème; case ora sua, costruite con attenzione e gusto personale, ora in affitto ma che conservano sempre un segno della sua presenza; fino, purtroppo all’inevitabile capolinea di Bruxelles.
Un buono strumento, dunque, per conoscere meglio l’uomo e i suoi tempi, con un solo piccolo appunto; le due mani degli autori non sono sempre bene all’unisono.
Data recensione: 13/02/2005
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Domenico del Nero