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Domani al Teatro Puccini è proiettato “Cinema Universale d’essai”. Il film documentario dedicato a un luogo mitico a Firenze tra la fine degli anni sessanta alla fine degli anni Ottanta. Il cinema Universale è stato davvero

Domani al Teatro Puccini è proiettato “Cinema Universale d’essai”. Il film documentario dedicato a un luogo mitico a Firenze tra la fine degli anni sessanta alla fine degli anni Ottanta. Il cinema Universale è stato davvero unico per molti fiorentini. Era il cinema dove andavi con una ragazza americana a vedere “Rosemarie’s Baby”, con amici per vedere tutto Bergam o forse “Duel” di Spielberg. Era soprattutto un cinema dove potevi scoprire film poco programmati nelle altre sale. Era il locale dove si potevano richiedere titoli da proiettare più volte. Decine di volte è stato programmato “Easy Rider”, “The Rocky Horror Picture Show”, e molti film “cult”. Straordinario era l’ambiente: un luogo di incontro e di incontri e, talvolta, come negli anni della contestazione, anche di scontri. I film diventavano l’occasione di interagire con gli altri, con battute e altro. Era il luogo dove in un’atmosfera decisamente alternativa, si avvertiva spesso odore d’alcol e profumo di hashish. In qualche modo l’Universale era un luogo magico, di cui si avverte la mancanza in questa nostra epoca di multisale , che sta uccidendo la magia del cinema al cinema.
La storia del Cinema Universale è passata prima attraverso un libro di successo, quello di Matteo Poggi edito nel 2001 con Polistampa. Adesso è diventato un film di Federico Micali che cinque anni dopo Firenze Città Aperta (e altri fortunati lavori come Nunca Mais e 99 Amaranto) torna a documentare la sua città. Ne nasce un viaggio in una storia del cinema molto particolare: quella che per almeno tre decenni ha caratterizzato l’identità di una città: dal cinema di quartiere degli anni 60, alla fase di contestazione politica intorno al 77 che intonava cori e slogan su "sacco e vanzetti" o "fragole e sangue", fino ai film cult degli anni 80 equamente divisi tra calcio, droga e musica, ma anche tra piccioni che volano in sala durante "Birdy", e una vespa che sfreccia sotto lo schermo. Una storia raccontata dalla viva voce di quella molteplice umanità che ha frequentato quella sala, dai "ragazzi di san Frediano" e del Pignone eredi diretti dei personaggi di Pratolini, ad intellettuali, musicisti, politici giornalisti e artisti: tutti pronti a reinterpretare coralmente la storia di un cinema libero.
Data recensione: 29/11/2008
Testata Giornalistica: Nove da Firenze
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