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Il lavoro degli storici sta portando alla luce molto materiale inedito sull’opera del papa Benedetto XV nella politica internazionale durante la Grande Guerra. In particolare, la ricerca sta mostrando che l’azione

Il lavoro degli storici sta portando alla luce molto materiale inedito sull’opera del papa Benedetto XV nella politica internazionale durante la Grande Guerra. In particolare,  la ricerca sta mostrando che l’azione del Vaticano, su impulso del pontefice, salvò molte vite umane. Lo dimostrano i numerosi documenti rinvenuti dal ricercatore Gabriele Paolini negli archivi vaticani, ora confluiti nel volume “Offensive di pace. La Santa Sede e la Prima Guerra Mondiale”, edito da Polistampa in collaborazione con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia. Gabriele Paolini ha messo in luce un aspetto in precedenza trascurato, le tante iniziative di carattere umanitario promosse dal pontefice Benedetto XV e dai suoi collaboratori: assistenza ai prigionieri e alle loro famiglie, mediazione per la liberazione degli internati civili, opera di vettovagliamento delle regioni sulla linea del fronte o sottoposte a blocco, tentativi di limitare alcuni dei metodi di guerra più cruenti. La Prima Guerra Mondiale, ricorda Paolini, fu un’esperienza importantissima per il Vaticano, costretto a rapportarsi in misura totalmente nuova con un conflitto di dimensioni molto vaste. La prima parte del libro è volta a ricostruire la posizione della Santa Sede secondo un approccio di tipo cronologico. Vengono posti in evidenza gli aspetti peculiari legati al modello di pace perseguito dal Vaticano, che auspicava una soluzione di compromesso sul fronte occidentale e un’affermazione in Oriente degli Imperi Centrali, al fine di ridimensionare la potenza della Russia zarista.La seconda parte è quella più ricca di novità, proprio perché, incentrandosi sull’opera umanitaria promossa dal Pontefice, porta alla luce un aspetto finora trascurato dalla storiografia. L’argomento viene sviluppato in modo tematico con una suddivisione in tre grandi aree: l’impegno a favore dei prigionieri militari; i tentativi di limitare i metodi di guerra più cruenti; la tutela delle popolazioni civili coinvolte nel conflitto. Da questo punto di vista è significativo il paragrafo dedicato al massacro degli armeni, primo genocidio del secolo XX: Paolini mostra infatti quanto fu alacre il lavoro del delegato apostolico a Costantinopoli affinché il sultano arrestasse il massacro.
Data recensione: 20/11/2008
Testata Giornalistica: Avvenire
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