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IlIl libro del chiodo (Archivio di Stato di Firenze, Capitani di parte, Numeri rossi, 20), così denominato per i chiodi di ferro apposti sui piatti lignei della legatura, fu uno dei registri in cui la

Francesca Klein (ed. comm.), Simone Martini (adiuv.). Il Libro del chiodo. Riproduzione in fac-simile con edizione critica. Praef. Riccardo Fubini-Rosalia Manno Tolu, Firenze, Polistampa 2004, pp. XLV-448, tavv.

IlIl libro del chiodo (Archivio di Stato di Firenze, Capitani di parte, Numeri rossi, 20), così denominato per i chiodi di ferro apposti sui piatti lignei della legatura, fu uno dei registri in cui la Parte Guelfa notificò le condanne di proscrizione inflitte a ghibellini e guelfi bianchi a partire dal 1268. Da una comparazione con altri due analoghi registri (ASF, Capitani di parte, Numeri rossi, 21 e ASF, Capitoli, Registri, 19) anch’essi contenenti condanne comminate a dissidenti politici, Klein arriva ad attribuire la stesura della parte più cospicua del Libro del chiodo al notaio Giovanni di Busto da Figline stabilendone il termine ante quem all’anno 1358. Ampiamente utilizzato dalla Parte Guelfa, che lo aveva commissionato quale strumento d’appoggio in seno alle procedure di ammonizione, il Libro del chiodo fu interrotto in conseguenza degli sconvolgimenti politici del 1378 e del progressivo ridimensionamento della Parte Guelfa stessa. Il saggio introduttivo è seguito dalla riproduzione a colori, in fac-simile, dell’intero codice (pp. 1-162), quindi dall’edizione critica del testo condotta secondo i criteri codificati dall’Istituto Storico Italiano per il Medioevo (pp. 165-345). Chiudono gli indici dei nomi di persona e di luogo (pp. 349-441).
Data recensione: 01/07/2005
Testata Giornalistica: Medioevo Latino
Autore: ––