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Motivazione della giuria: Massimo Griffo ha dimostrato un lunga fedeltà alla sua vocazione di scrittore e di intellettuale, dal giovanile Futuro

Motivazione della giuria: “Massimo Griffo ha dimostrato un lunga fedeltà alla sua vocazione di scrittore e di intellettuale, dal giovanile Futuro anteriore sino a questo romanzo della maturità Amaritudine, che per il suo respiro complessivo si pone come un affresco narrativo della società italiana nel corso di cinquant’anni del nostro Novecento. Massimo Griffo affronta gli snodi e le figure fondamentali della recente storia italiana con spirito problematico, con la passione civile e letteraria di chi ha partecipato e testimonia in prima persona, con una vena memorialistica intrisa di dolente saggezza, che conferiscono alla sua pagina un valore di specchio dinanzi a un diffuso disagio contemporaneo”.Sullo sfondo di cinquant’anni della nostra storia, dal 1944 al 1993, s’intrecciano vite di personaggi esemplari, nel bene e nel male, in parte d’invenzione e in parte tratti dalla realtà. Amaritudine, antico vocabolo che vuol dire amarezza, affanno, afflizione, richiama il disagio che gli italiani onesti, leali, volenterosi provano nel doversi mescolare a una società sempre più spregiudicata, volgare, ingannatrice, corrotta e senza ideali. L’autore non esprime giudizi, ma parla di acrobati, giocolieri e pagliacci e assegna all’ingenuo e sfortunato Gaultiero il ruolo della vittima, talvolta colpevole di non voluta complicità. Senza tuttavia perdere la speranza in un’Italia migliore e solidale nel bene in cui lo stesso titolo, nelle sue quattro lettere iniziali “amar” - come amore -, vorrebbe essere l’auspicio di chi scrive e per chi legge.
Data recensione: 01/10/2008
Testata Giornalistica: Leggere: tutti
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