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Due grandi poeti, Giuseppe Ungaretti e Piero Bigongiari, nel corso di molti decenni si sono confrontati condividendo le loro esperienze più profonde. Attraverso il loro

Roma, 4 ott. - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Due grandi poeti, Giuseppe Ungaretti e Piero Bigongiari, nel corso di molti decenni si sono confrontati condividendo le loro esperienze più profonde. Attraverso il loro lungo epistolario si sono raccontati reciprocamente svelando i dati meno noti della loro vita, della loro arte e delle esperienze più profonde. Esperienze che emergono nel volume ‘‘Le certezze della poesia. Lettere (1942-1970)’’, (Edizioni Polistampa) curato da Teresa Spignoli dell’Università di Firenze, che ripercorre il lungo carteggio al quale i due poeti hanno dato vita nel corso della loro amicizia. Il rapporto epistolare tra Ungaretti e Bigongiari si protrae per molti anni. La loro relazione è basata su fasi alterne ed è segnata da uno scambio serrato di opinioni e giudizi. Uno scambio che tocca gli aspetti più significativi della letteratura, della politica, dell’arte e della vita privata. Il carteggio tra Ungaretti e Bigongiari inizia nel 1942. All’epoca Ungaretti è già un poeta affermato in Italia e all’estero. Proprio nel 1942 ottiene la cattedra di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Roma. Bigongiari invece ha 28 anni, collabora con diverse riviste, ed ha pubblicato il suo primo libro di poesie, ‘La figlia di Babilonia’. Dopo i primi contatti tra i due poeti, il carteggio si arena per riprendere soltanto nel 1950. Da allora in avanti, lo scambio epistolare non si interromperà più esaurendosi con la morte di Ungaretti avvenuta nel 1970. I temi che vengono evocati e discussi nelle lettere sono molto vari ed articolati. La vita privata dei due poeti, innanzi tutto, tende a sovrapporsi a quella pubblica creando una commistione di generi e allargandosi ad intuizioni e scelte professionali di natura diversa.
Data recensione: 04/10/2008
Testata Giornalistica: AdnKronos
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