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C’è Neffa e il trippaio di Sant’Ambrogio, ma non c’è Claudio Martini (e pochissimo Leonardo Domenici). Alla vigilia della decisione se presentarsi o no alle primarie per la candidatura a sindaco di Firenze, Matteo Renzi

Alla vigilia della decisione se candidarsi o meno a sindaco esce «A viso aperto»: «Se non ora quando?»C’è Neffa e il trippaio di Sant’Ambrogio, ma non c’è Claudio Martini (e pochissimo Leonardo Domenici). Alla vigilia della decisione se presentarsi o no alle primarie per la candidatura a sindaco di Firenze, Matteo Renzi arriva nelle librerie. Con A viso aperto, un memorandum del Renzi-pensiero raccontato attraverso quattro anni di e-mail, da quando è stato eletto presidente della Provincia a oggi. Non c’è Claudio Martini, ma Renzi parla di tutto, dai suoi tormentoni – gli scout, la Viola, il Genio Fiorentino – alla cronaca, passando per la politica, piccole notizie, spigolature e citazioni anche colte.A viso aperto, spiega Renzi, è un tentativo di andare oltre l’autoreferenzialità della politica, con trecento e passa pagine di sue riflessioni. Un tentativo, forse, di capire cosa farà da grande, di fare un passo avanti rispetto a Tra De Gasperi e gli U2, il suo precedente libro, non attraverso una sintesi, ma chiedendo il giudizio ai lettori. L’amministratore non rinnega nulla, il presidente neppure, il Renzi babbo e tifoso non fa sconti – di sicuro gli juventini non apprezzeranno – il rutelliano di ferro si conferma tale, e tutto gira intorno a Matteo Renzi. Non sopporta Pecoraro Scanio e la Melandri, non riesce ad entusiasmarsi per Romano Prodi, detesta l’Otto marzo e quello che definisce il femminismo ideologico, delle quote rosa, bacchetta i marchipannella e i marcellipera per l’uso della laicità e della religione, non vuol sentir parlare di buonismo, difende il Family Day e boccia i Dico, fosse per lui Antonio Bassolino sarebbe già stato mandato a casa. Rivendica i lavori sulla Fi-Pi-Li, il decisionismo sul termovalorizzatore, il sogno di uno stadio nuovo, la guerra con Ataf, il ruolo della Fondazione Palazzo Strozzi, le “provocazioni” su aeroporto e bretella Incisa-Barberino.Spazio e tanto, al travaglio del Pd, alle due anime ex-Margherita ed ex-Ds, alla politica – Renzi usa più volte il termine con la p maiuscola e ne difende il valore, la passione – allo sguardo verso gli Usa (anche se visto che prima ha tifato per John Kerry, poi per Hillary Clinton, ora per Barak Obama, il senatore nero starà toccando ferro). C’è ironia, giudizi e battutacce, nessuna autoindulgenza verso il costituendo e costituito Pd: “Poteva anche andare peggio? No”. I 48 mesi di politica italiana ruotano attorno a Berlusconi, anche nelle e-mail del presidente della Provincia, alle riforme, all’Unione disunita, alle primarie, a costi e posti della politica. E tra una lunga e prolissa spiegazione del perché votare Veltroni nonostante sia un gobbo, e basta al teatrino Mastella-Di Pietro, ci si ricorda come queste vicende siano lontane dai problemi della gente. Renzi spiega che non ama il moralismo, ma ci sono molti giudizi morali, si entusiasma per la “dimensione kennediana” della politica e mette nel suo pantheon anche Tony Blair, vive l’essere cattolico praticante, politico, marito e padre di famiglia come una dimensione unica e unitaria, non si esime dal predicozzo sui boy scout. “Se non ora quando”, dice in riferimento all’appuntamento amministrativo del 2009, ma anche al voto del 2010 in Regione, raccontando in una delle sue E-news le prese di posizione sui programmi, il “coraggio delle idee”, la paura “non dei poteri forti, ma dei pensieri deboli”.Non manca l’orgoglio della fiorentinità, di essere presidente della Provincia con la città più bella del mondo, l’appello ai giovani, le frasi prese dalle canzoni, la sottolineatura della necessità di un ricambio generazionale, griffata dalla frase “dobbiamo amare diecivolte più il futuro di Firenze che il suo passato. “A viso aperto” è il titolo e l’ultima frase del libro. Di certo a Matteo Renzi non basta più il ruolo di “piùgiovanepresidentedellaprovinciadItalia”.
Data recensione: 29/08/2008
Testata Giornalistica: Il Corriere fiorentino
Autore: Mauro Bonciani