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«Caro Ungaretti, le dico la mia emozione e la mia gratitudine di giovane uomo per quanto ho finito di leggere ora, ma non di rileggere, le sue Poesie sulle Tre arti che me lo dimostrano ancora stupendamente vivo e con

«Caro Ungaretti, le dico la mia emozione e la mia gratitudine di giovane uomo per quanto ho finito di leggere ora, ma non di rileggere, le sue Poesie sulle Tre arti che me lo dimostrano ancora stupendamente vivo e con gli occhi aperti per tutti noi. Capace, vorrei dire, di pregare per chi sa solo piangere». Così Piero Bigongiari comunica il suo entusiastico e già affettuoso giudizio sull’opera poetica di Giuseppe Ungaretti, inaugurando un carteggio che proseguirà nel tempo all’insegna di un discorso-dialogo sulla e nella poesia. A cura di Teresa Spignoli, sarà in libreria da martedì il libro La certezza della poesia - Lettere 1942-1970 (Polistampa / Il diaspro epistolari 11, pp. 368, euro 24) che raccoglie il carteggio fra i due poeti: 208 lettere (di cui 194 inedite), 59 di Bigongiari e 149 di Ungaretti dal 6 dicembre 1942 al 15 marzo 1970, alla vigilia della morte di quest’ultimo. Il prezioso materiale è ora custodito nella biblioteca «SanGiorgio» di Pistoia. Quando ha inizio lo scambio epistolare Bigongiari ha 28 anni, collabora a Il Ferruccio, Letteratura, Frontespizio e Campo di Marte, ha pubblicato il suo primo libro di poesie (La figlia di Babilonia) e la sua tesi di laurea su Leopardi movendo i primi passi nel campo della prosa, con i racconti che formeranno l’asse portante del ’romanzo mancato’ La donna miriade. Lo stesso anno Ungaretti ottiene la cattedra di letteratura italiana all’università di Roma ed è ormai un poeta affermato. Il tono con cui si apre il carteggio è quello dell’allievo che si rivolge al maestro, mantenendo tale connotazione nel corso del tempo, sebbene attraverso gli anni e la lunga frequentazione si arricchisca di una sfumatura sempre più affettuosa, nutrita della reciproca stima umana e artistica («Davvero io le voglio un gran bene, e con me Elena. È la certezza della poesia: un’allegria profonda, difficilmente sostituibile, pur in mezzo ai dubbi, ai quali, tra l’altro, uno si affeziona », scrive Bigongiari il 21 novembre 1951). Il carteggio consente di tracciare il ritratto di un’epoca letteraria, ma è rivelatore anche dell’elaborazione artistica per l’intrinseco valore letterario e per essere veicolo di testi come il saggio inedito di Ungaretti su Leopardi segreto o le diverse stesure di sue celebri poesie.
Data recensione: 29/08/2008
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: ––