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A Firenze, un’insegnante di musica delle scuole medie si è divertita a raccogliere gli sfondoni dei suoi alunni, e a raccontare la fatica che ci vuole per interessarli e educarli alla musica e allo studio

A Firenze, un’insegnante di musica delle scuole medie si è divertita a raccogliere gli sfondoni dei suoi alunni, e a raccontare la fatica che ci vuole per interessarli e educarli alla musica e allo studio degli autori. Ne è nato un libro ironico e divertente, un coro dissonante e comico che non ha certo l’intenzione di prendere in giro seppur bonariamente gli studenti, ma di far sorridere il lettore raccontando quello che succede durante l’ora di musica, che, come spiega l’autrice, viene vissuta dai ragazzi quasi come un momento di vacanza dalle lezioni di italiano o matematica.
«Bisogna essere accorti - scrive la Angelucci nell’introduzione - per inserire nel repertorio brani più classici e formativi senza tralasciare qualche canzone moderna che faccia sentire i ragazzi al posto dei loro amati U2 o 883». Ma proprio nei classici, nel repertorio storico, dove insomma bisogna studiare, casca l’asino. Così, quando è il momento di verificare la preparazione degli alunni, bisogna pur che un’insegnante sviluppi un po’ di senso dell’umorismo. Perché alcuni errori sono davvero surreali. Qualche esempio. Quando è nata la musica? Quando i popoli preistorici battevano le pietre sui sassi oppure su altre pietre. Chi erano i trovatori? Dei cantautori che componevano testi cavallerizzi. Giuseppe Verdi? Nacque a Roncole di Baccio. E Wagner? E’ quello che scrisse Sic Frido, mentre Rossini compose il Barbiere di Sicilia e Beethoven una ambigua Pier Elisa. L’Aida, poi, sarebbe ambientata in Francia. Mentre il jazz nacque quando i neri coglievano i pomodori. E il valzer, naturalmente, è un ballo liscio.
Data recensione: 05/08/2004
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: David Fiesoli