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“Nel grembo di Kronos”, questo il titolo del libro di Orazio Nobile, che verrà presentato in prima assoluta al San Carlo mercoledì alle 21. A introdurre l’opera sarà Omero Nardini

All’oratorio San Carlo si presenta il libro Nel grembo di Kronos

MONSUMMANO. “Nel grembo di Kronos”, questo il titolo del libro di Orazio Nobile, che verrà presentato in prima assoluta al San Carlo mercoledì alle 21. A introdurre l’opera sarà Omero Nardini, presidente dell’Associazione “Borgo solidale”, che ha attivamente collaborato all’iniziativa promossa dalla biblioteca comunale. Sarà presente anche l’assessore alla cultura Caterina Ranieri. Orazio Nobile è scienziato, politico e pittore, una personalità poliedrica che da molto tempo si va confrontando, anche a livello internazionale, con le problematiche dello sviluppo incontrollato del pianeta Terra e la conseguente urgente richiesta di uno sviluppo sostenibile, che affronti in termini concreti e razionali il problema delle risorse sempre più carenti.
Il libro, pubblicato da Polistampa Firenze, ripercorre con dovizia di particolari anche statistici lo sviluppo del genere umano, il suo cammino nei secoli, tra rivoluzioni scientifiche e politiche. L’approdo è la situazione problematica della terra di oggi: densità di popolazione altissima, insufficienza delle risorse vitali, produzione attraverso le più sofisticate tecnologie con una velocità più alta rispetto alla capacità del sistema Terra-Sole di rigenerare le risorse. Per questi motivi, spiega lo scrittore-scienziato, la Terra è divenuta asfittica e sterile e ciò perché i tempi della vita, la metafora del Dio Kronos, sono stati abbandonati in funzione di ritmi di tempo e utilizzo dell’energia non più sostenibili. Gli effetti sono una produzione entropica distruttiva dell’ambiente e altrettanti processi crescenti di distruzione.
Un libro davvero interessante quello di Orazio Nobile, che vuole e sarà senz’altro occasione di discussione sulle possibili via di uscita, che l’autore intanto suggerisce nella diminuzione della densità di popolazione con un processo guidato di riduzione delle nascite: una riduzione non fine a se stessa, ma occasione per eliminare anche distorsioni, violenze e ingiustizie, senza ricorrere alle energie “impacchettate” (petrolio, carbone, nucleare), ma alle sole risorse della Terra. Si, perché in Orazio c’è una vero e proprio appello ad un ritorno al rapporto antico e nuovo uomo-terra: «L’uomo senza terra è sempre in una situazione di ricatto», afferma. Ed è solo nel ritorno, ancora possibile, a un nuovo equilibrio fra uomo e natura il presupposto per un mondo più autenticamente libero e giusto: una società che non si basa sull’esercizio del potere ma sulla consapevolezza dei limiti e di una libertà, che finisce dove inizia il diritto alla vita degli altri, delle generazioni future, della specie. È l’alba di un nuovo mondo in cui deve perciò emergere un nuovo concetto di cittadinanza dove le aspirazioni a un mondo più giusto e equo hanno il presupposto e il proprio fondamento nella necessità che gli uomini scelgano davvero la strada della sopravvivenza della nostra specie e dello stesso pianeta.
Data recensione: 13/12/2004
Testata Giornalistica: Il Tirreno
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