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Il Mugello non è solo terra di vittoria di Valentino Rossi, ma terra d’arte. Lo ricordano quattro mostre in contemporanea articolate in quattro località mugellesi: Vicchio, San Piero a Sieve, Borgo San Lorenzo

Il Mugello non è solo terra di vittoria di Valentino Rossi, ma terra d’arte. Lo ricordano quattro mostre in contemporanea articolate in quattro località mugellesi: Vicchio, San Piero a Sieve, Borgo San Lorenzo e Scarperia. Il Mugello fiorentino è stato infatti la «culla del Rinascimento», il boscoso contado in cui i Medici avevano ville e fortezze da riempire di opere d’arte. Signori che, non si sa se originari di Firenze o del Mugello stesso, acquistarono tra 1200 e 1300 molte terre da quelle parti. Corre addirittura la leggenda che un certo Averardo, lontano capostipite al servizio di Carlo Magno, avrebbe affrontato e vinto un gigante di nome Mugello, che infestava la zona omonima. Dagli schizzi di sangue versati sarebbe nato lo stemma mediceo con le palle rosse.
Nel 1400 il Mugello era una terra fertile e ben coltivata, costellata di paesi turriti e ville, come appare sullo sfondo del Viaggio dei Magi, il sontuoso ciclo affrescato da Benozzo Gozzoli tra il 1458 e il 1460 nella cappella medicea del nuovo palazzo di Via Larga, oggi Palazzo Medici Riccardi. I Medici, travestiti da Magi, cavalcano fieri e lenti, attraverso l’originario Mugello, a indicare il loro stretto legame con il territorio e l’impegno di un buon governo.
A nascere nel Mugello, o a soggiornarvi lasciandovi opere d’arte furono artisti famosi: Giotto, ad esempio, nato a Vespignano presso Vicchio. Beato Angelico, nato pure lui a Vicchio. Andrea del Castagno, nato a Castagno sul Falterona. A Vicchio nel 1559 si comprò una casa Benvenuto Cellini nei guai con la giustizia. E in un convento mugellano di monache camaldolesi Andrea del Sarto passò un paio d’anni, dal 1523 al 1524, in fuga dalla peste fiorentina.
Insomma quella terra era zeppa di chiese romaniche, palazzi, arredi, dipinti, affreschi, sculture. Molte non sono più nei luoghi originari, altre ancora lo sono ancora, come la Madonna col Bambino, opera giovanile di Giotto per l’Oratorio di Sant’Omobono in Borgo San Lorenzo. Le quattro mostre, riunite nel ricco catalogo italiano-inglese (Edizioni Polistampa), fanno parte di un itinerario che permette di rivedere in loco opere allontanate e disperse e altre che hanno legami ideali con i luoghi.
Nella prima tappa, al Museo del Beato Angelico di Vicchio, si incontra la grande e delicata Madonna col Bambino e santi commissionata da Cosimo il Vecchio al Beato Angelico per l’altare maggiore della chiesa di Bosco ai Frati. Un dipinto prezioso, allontanato nel Settecento e conservato nel museo di San Marco di Firenze. A fargli compagnia ci sono il Santo Stefano di Giotto del Museo Horne, un paio di affreschi staccati con Dante e Boccaccio di Andrea del Castagno in ricordo di quello con la Madonna col Bambino e santi collocato a metà ’400 nella cappella del castello di Pazzi a Trebbio che, staccato, era finito sul mercato antiquario e di lì nella collezione Contini Bonaccossi degli Uffizi, dove si trova ancora oggi.
Da Vicchio a San Piero a Sieve, nel convento di Bosco ai Frati, il protagonista è un Crocifisso ligneo del 1460 circa di ignoto autore, tra Donatello e Desiderio da Settignano, bello e suggestivo. Affiancato, da due Croci lignee famose, di Donatello e Brunelleschi, realizzate rispettivamente nel 1406-1408 per la chiesa fiorentina di Santa Croce e nel 1410-1415 per Santa Maria Novella. Due opere che allora si erano sfidate, la donatelliana più gotica, l’altra più moderna, sino a far litigare gli artisti.
Poi è la volta di Borgo San Lorenzo, dove nel Museo della Manifattura Chini sono di scena le ville dei Medici. A illustrare le residenze di Trebbio, Cafaggiolo e Pratolino, ci sono le magnifiche lunette dipinte a tempera dall’artista fiammingo Iustus van Utens. Popolate da edifici padronali e contadini, immersi nel verde tra vialetti e fontane, anche i ritratti severi del vecchio Cosimo, del giovane Francesco I, della florida Bianca Cappello, amante e moglie di Francesco I. Infine a Scarperia, nel Palazzo dei Vicari, in linea con la tradizione del Mugello, patria di abili artigiani forgiatori di armi da taglio e dei Medici che con le armi ebbero sempre a che fare, ecco corazze, pugnali, elmi, scudi.
mtazartes@tele2.it LE MOSTRE
«Mugello culla del Rinascimento. Da Firenze a San Piero a Sieve, Vicchio, Borgo San Lorenzo, Scarperia», sino al 30 novembre, promossa da Ente Cassa di Risparmio di Firenze e altri enti fiorentini. Per informazioni: tel. 055-8468165. info@mugellorinascimento.it
Data recensione: 26/08/2008
Testata Giornalistica: Il Giornale
Autore: Maurizia Tazartes