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Sidney Sonnino è sicuramente una delle figure “più singolari ed enigmatiche” della storia dell’Italia liberale.

Sabato e domenica Montespertoli e Palazzo Medici Riccardi ospiteranno un convegno sul grande statista toscanoSidney Sonnino è sicuramente una delle figure “più singolari ed enigmatiche” della storia dell’Italia liberale.La sua attività di politico, studioso e direttore di riviste copre un lungo arco di tempo che va dall’annessione di Roma all’avvento del fascismo: fu sottosegretario al Tesoro nel primo Ministero Crispi nel 1887, poi ministro delle Finanze e del Tesoro nel terzo ministero e per ben due volte Primo Ministro nel 1906 e nel 1909; fu poi ministro degli Esteri negli anni del primo conflitto mondiale.A questo personaggio centrale nella storia italiana, uno dei sei toscani Presidenti del Consiglio nell’Italia unita, è dedicato un’importante convegno a Montespertoli e a Firenze il 23-24 maggio promosso dal Comune, dalla Provincia, dal Centro Studi Sonnino dalla Società Toscana per la storia del Risorgimento.Nel dicembre 2005 è stato costituito il Centro Studi Sidney Sonnino per iniziativa congiunta dei docenti delle Università di Firenze e di Pisa e di alcuni esponenti della famiglia De Renzis Sonnino, detentori dell’Archivio Sonnino di Montespertoli.Ne è Presidente Pier Luigi Ballini, professore ordinario di storia contemporanea nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze.Il Centro intende favorire lo studio e la conoscenza dell’Italia contemporanea, delle culture politiche, delle classi dirigenti, e della Toscana in particolare tra Ottocento e Novecento. Con il Presidente del Centro Studi Sonnino parliamo del convegno e dell’attività del Centro:Di che si occupa il Centro Studi Sonnino?«La storia contemporanea e la storia della Toscana sono il nostro campo d’impegno privilegiato. Intendiamo promuovere ricerche, soprattutto negli Archivi, far conoscere protagonisti e classi dirigenti, ricostruire dibattiti culturali, vicende dell’economia e della società, della vita amministrativa e politica. Seminari, conferenze, convegni, pubblicazioni di carteggi sono nel nostro programma. Nelle settimane scorse è uscito il primo volume de “Quaderni di Sidney Sonnino per la storia dell’Italia contemporanea” curati da me e da Rolando Nieri, redazione di Letizia Pagliai. Li abbiamo presentati a Roma nell’Aula degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato. Intendiamo insomma favorire un rinnovato dibattito sull’Italia e sulla Toscana fra Otto e Novecento».Perché un convegno su Sidney Sonnino?«Sonnino è stato uno dei più grandi e singolari protagonisti della storia d’Italia, fra la seconda metà dell’Ottocento e l’ascesa al potere del fascismo: deputato dal 1880 al 1919, senatore del Regno dal 1920 al 1922, ministro del Tesoro, ricordato per la sua competenza e il suo rigore morale, fondatore di giornali (“La rassegna settimanale”, “Il giornale d’Italia”) due volte, seppure per un breve periodo Presidente del Consiglio 1906 e nel 1909-1910, ministro degli Esteri dal 1914 al 1919, nel difficile, tragico periodo della grande guerra. Sonnino va poi ricordato come grande uomo di cultura. L’ultimo suo scritto è di carattere letterario, frutto del suo amore per Dante: Beatrice nel 1920, due anni prima della morte».Cosa lega Sonnino alla Toscana ed in particolare ad alcuni comuni del Chianti e della Valdelsa?«Sonnino, nato ad Alessandria d’Egitto, studente liceale a Firenze poi all’Università di Pisa, fu consigliere comunale e sindaco di Montespertoli (nominato nell’agosto 1877); dal 1878 al 1914 venne eletto nel consiglio provinciale di Firenze per la circoscrizione di San Casciano e Val di Pesa. Anche come deputato, per circa quarant’anni, venne eletto nel consiglio di San Casciano. Il Collegio comprendeva quel comune – capoluogo del collegio- e i comuni di Greve in Chianti, Barberino, Valdelsa e Montespertoli. Il suffragio era allora ristretto: le donne non erano allora ammesse al voto; nelle liste elettorali erano iscritti per l’intero collegio soltanto 753 uomini. La questione della mezzadria fu al centro dei suoi interessi e dei suoi studi. In più occasioni si fece portavoce,con successo dei problemi dei Comuni della Provincia: sui giornali, in Consiglio provinciale, in Parlamento».Come si colloca Sonnino all’interno della classe dirigente del suo tempo?«Si fermò nell’ambiente dei liberali toscani, ma la sua linea politica non si identificò con quella degli esponenti della Destra Storica. Il suo progetto politico e quello della “Rassegne Settimanale” da lui fondata furono realmente alternativi a quelli della classe dirigente toscana. Era favorevole a superare i vecchi partiti; sosteneva la necessità di creare un nuovo partito nazionale, partendo dai centri, cioè il grande partito liberale a difesa del sistema ma senza dimenticare l’esigenza delle riforme». Sonnino è un conservatore o un progressista?
«Non lo considero un conservatore: dal 1870 fu favorevole al suffragio universale, quando pochi lo sostenevano; nel 1976 compì con Leopoldo Franchetti un viaggio in Sicilia per documentare le condizioni politiche e amministrative di quella regione: fece una clamorosa denuncia del fenomeno mafioso; descrisse con crudo realismo le durissime condizione in cui erano costretti a vivere i contadini siciliani e i “carusi” che lavoravano nelle zolfare; sostenne sulla stampa e in Parlamento la riforma dei contratti agrari; si occupò della questione meridionale. Alcuni suoi contemporanei caratterizzarono la sua attività come “riformista conservatore”: la considero una valutazione riduttiva»
Data recensione: 22/05/2008
Testata Giornalistica: Metropoli
Autore: Marco Nucci