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Stimo Emanuele Barletti per la consolidata serietà e capacità professionale, lo ammiro per organizzare il tempo e applicarsi sempre con entusiasmo riuscendo, altrettanto bene, in cose diverse come la passione per la gondola e la

Stimo Emanuele Barletti per la consolidata serietà e capacità professionale, lo ammiro per organizzare il tempo e applicarsi sempre con entusiasmo riuscendo, altrettanto bene, in cose diverse come la passione per la gondola e la pittura.
Quest’ultima, è stata un’autentica sorpresa.

Avevo visto alcuni suoi quadri, ma solo in collettive, l’ultima a metà dello scorso dicembre (per quella iniziativa benefica a Palazzo Pitti, fra gli altri, avevamo pubblicato anche l’opera di Barletti), ma la personale allestita alla Galleria Pio Fedi di Firenze ha tutto il sapore della rivelazione.

  

Non sto facendo la recensione di un amico, scrivo come se Emanuele lo avessi conosciuto due giorni fa all’inaugurazione di "Paesaggi", rassegna con 35 dipinti a olio, dove tecnica e scelta del supporto ligneo confermano il culto della tradizione, forse nostalgica, della natura che, proprio attraverso i nostri paesaggi, si era espressa nella felicissima stagione dei Macchiaioli.

Nel catalogo, sempre in linea con la qualità delle edizioni Polistampa, Carlo Sisi scrive: "L’amore di Barletti per la pittura convive con la vivace attività di tutela che svolge per una importante fondazione fiorentina, curando con particolare passione l’incremento della collezione di opere d’arte", e dimostrando "di saper intervenire criticamente sui dati della storia e dello stile".

"L’Arno all’Albereta", "Campi di Grano", "Casolare a Baratti", "Borgo nella campagna senese", "Temporale in arrivo", "La casaccia al Passo dell’Oppio" sono dipinti dove è evidente la totale dedizione alla bellezza della natura.



Sisi prosegue: ".. privilegia infatti nella sua pittura un vedutismo antico, radicato nella tradizione toscana con preferenze accordate alla campagna, ai borghi solitari e sigillati in una loro arcaica geometria: la campagna attorno al lago di Bolsena, il mare e la campagna nei dintorni di Cecina, ma anche l’interno della Fortezza da Basso di Firenze prima che la rigogliosa vegetazione spontanea - vera e propria oasi offerta alla fantasia - venisse recisa per far posto agli attuali padiglioni espositivi. La pittura di Barletti  è legata a un’esperienza del tutto personale, quasi spontanea e quindi non ascrivibile a metodi o scuole. Pittura che, tuttavia, osserva l’intima regola della composizione e del valore dei toni, che la imparenta con l’evoluzione percepibile, in Toscana, nella rappresentazione del paesaggio fra Ottocento e Novecento, soprattutto nella controllata partizione dei piani, nella dominante atmosferica che determina gli effetti di luce, nelle solide quinte degli edifici rurali" .

Particolarmente significativa e, certamente, una chiave di lettura della mostra, la conclusione del saggio dove Carlo Sisi fa notare la ".. devozione a un tempo trascorso che però fa riaffiorare in quello presente atomi di fiducia e il pensiero della perenne consolazione dell’arte".

Potete visitare "Paesaggi"  fino al 
25 maggio 2008
ogni giorno, anche festivo, 
orario 16-20.







Data recensione: 18/05/2008
Testata Giornalistica: Arte e Arti
Autore: Cinzia Colzi