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Sarebbe troppo facile chiamarla la “Gioconda del Duemila”. Natalia Strozzi Guicciardini, discendente per linea diretta femminile di quindicesima generazione da Monna Lisa, ha soli 31 anni e già una vita appassionante da

È la nipote di Monnalisa e fa parte di una delle più antiche e nobili famiglie toscane. Parla cinque lingue, ha ballato con Nureyev, suona il piano, recita, produce vino. E ha un sogno nel cassetto... Sarebbe troppo facile chiamarla la “Gioconda del Duemila”. Natalia Strozzi Guicciardini, discendente per linea diretta femminile di quindicesima generazione da Monna Lisa, ha soli 31 anni e già una vita appassionante da raccontare: una trascorso da ballerina nel tempio della danza classica (il Kirov, ora Mariinsky, di San Pietroburgo), allieva di Nureyev, poi pittrice, musicista, sommelier e produttrice di vino. Parla cinque lingue e oggi si divide tra la recitazione(a teatro, al cinema, in tv) e la promozione del vino di famiglia all’estero. Già, perché l’azienda vinicola “Tenute Guicciardini Strozzi” di San Gimignano, famosa per la Vernaccia, produce ben 23 etichette. Una di queste l’ha disegnata proprio Natalia, così come la bottiglia del Vermentino, che ha voluto chiamare “Arabesque” in onore della danza. E proprio per “immortalare” la sua splendida esperienza come ballerina classica, due anni fa ha pubblicato un’autobiografia, best seller in Russia, paese in cui è considerata una star. L’abbiamo raggiunta al telefono a Parigi, dove si trova in questi giorni. Come ci si sente a essere la discendente della donna più famosa della storie dell’arte? «Nella mia famiglia si è sempre saputo, perciò non è stata una sorpresa scoprire che erano stati fatti degli studi che documentavano la discendenza, Ma dirò la verità, ci tengo  non essere identificata con questo. Ho grande rispetto per la storia, ci sono cresciuta e fa piacere sapere di avere antenati illustri, ma da quando si è saputo della discendenza da Lisa Gherardini (la Gioconda, ndr), la stampa mi ha assalito». Non sempre fa piacere essere famosi, allora?«Dipende. Sono una donna che lavora e nella vita ha fatto e sta facendo molto, a prescindere dal nome che porto». E poi ci si fa spesso un’idea sbagliata dei nobili...«Per la mia famiglia “nobiltà” ha sempre significato vivere secondo tre regole fondamentali: essere umili, sapersi arrangiare in ogni circostanza e avere rispetto per il prossimo. Siamo nel 2008, sono stufa di sentir parlare di nobili che non lavorano. Per quanto mi riguarda, so mettere un abito lungo e portarlo a una cena di gala se necessario, ma quando studiavo danza in Russia a 14 anni vivevo tra i topi, ma ero felice. L’importante è sentirmi sempre me stessa». Rispettare certi valori rende più difficile lavorare nel mondo dello spettacolo?«È un mondo che frequento da sempre, la mia prima apparizione in tv risale a “Ieri, Goggi e domani” in Rai, quando avevo 10  anni. Da lì in poi le mie esperienze televisive sono state moltissime, ho avuto anche l’onore di essere stata invitata più volte da Maurizio Costanzo e l’ultima esperienza è stata come ospite a “Festa Italiana”. Ma valuto sempre attentamente dove e quando andare e, se è il caso, declino l’invito».  Il suo sogno nel cassetto?
«Voglio continuare a fare l’attrice, in modo sano e senza scorciatoie. La recitazione è qualcosa che sento. Mi piacerebbe fare un kolossal in costume, tipo “Guerra e pace”».
Data recensione: 20/05/2008
Testata Giornalistica: Stop
Autore: Luca Battocchio