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C’era una volta… –Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice

FIRENZE – C’era una volta… –Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Così scrisse Collodi, per portarci nel mondo dei balocchi di Pinocchio ma se, invece, la favola suonasse così: “C’era una volta, piccolo lettore… – Un re –, dirai, così si suol narrare, sbagli, però, stavolta sei in errore, c’era un pezzo di legno da bruciare. Un legno a prima vista come tanti, di quelli che si buttano sul fuoco, di quelli, potrei dir, quasi abbondanti, di quelli il cui valor è men che poco”.
Così ha scritto Franco Belli, docente di Diritto dell’Economia all’Università di Siena. Anzi, più che scrivere, ha dato alla prosa lo spartito che le mancava, quello degli endecasillabi ed ha composto “Pinocchio in versi”. 207 pagine di versi che volano via, tra le prefazione dell’autore… accompagnate dai disegni di Claudio Maccari. È questo un libro che non si legge per scoprire come andrà a finire, naturalmente, ma per gustare la dolcezza poetica della fantasia in rima, comunque fedele alla storia. Da narrare ai più piccoli abbandonando la filastrocca a vantaggio della nenia d’autore.
Data recensione: 03/01/2006
Testata Giornalistica: Corriere di Firenze
Autore: Giada Primavera