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È stato Sindaco, assessore regionale, uomo delle istituzioni. Oggi è un uomo che si è perso e ritrovato alla fine del mondo. Dopo il successo de “Le nuvole non chiedono permesso” un nuovo straordinario viaggio di Tito Barbini viene

È stato Sindaco, assessore regionale, uomo delle istituzioni. Oggi è un uomo che si è perso e ritrovato alla fine del mondo. Dopo il successo de “Le nuvole non chiedono permesso” un nuovo straordinario viaggio di Tito Barbini viene regalato alle stampe: “Antartide. Perdersi e ritrovarsi alla fine del mondo”.
Pochi sono gli intrepidi viaggiatori che scelgono la patria dei pinguini come mèta, sia per la durezza del clima, sia per l’elevata spesa che comporta. Scarsissima la letteratura in merito. Da oggi però il tascabile di Barbini sazia completamente la sete di conoscenza sul luogo più freddo della terra. Riccamente illustrate a colori con emozionanti foto scattate dallo stesso autore, le pagine del libro ci offrono anche una nuova immagine di Barbini, che mostra una spietata capacità di mettersi a nudo, umilmente a confronto con le proprie profondità, i misteri, le inquietudini e le domande senza risposta.
“Ormai è chiaro, - afferma l’autore - sono caduto vittima dell’incantesimo del continente ai confini del mondo. Solo qui ho avuto la sensazione di perdermi completamente in un paesaggio dell’anima dove visione e sentimento non litigano tra loro. Davanti a me sfilano ancora le trasparenze delle acque, le ombre azzurre e inquietanti degli iceberg, le surreali forme della solitudine bianca, gli spettacoli di colori e luci che qualche imperscrutabile architetto della natura ha allestito per il nostro godimento… Ho sempre pensato che il paesaggio sia un fatto interiore, una dimensione dello spirito, spesso legata all’infanzia, magari segnata dall’apparenza di un ricordo. Sono convinto che questa sia la ragione per cui, tante volte, da adulti, un’inevitabile delusione aspetta chi prova a ritrovare nel paesaggio reale i suoi ricordi del passato. In Antartide la natura si riappropria completamente del suo tempo e lo lascia scorrere a modo suo: lentamente ma incessantemente, segnato solo dal variare delle forme che compongono e ricompongono i paesaggi. Presto dovrò arrendermi di nuovo a questo mondo quale lo abbiamo voluto, in fondo, anche tutti noi.
Però l’Antartide, lo so, continuerà ad abitarmi dentro”.
Barbini si riconferma dunque un viaggiatore, un uomo che ha attraversato le speranze e le delusioni della politica, un uomo che prima ha provato a cambiare il mondo e che poi il mondo ha deciso semplicemente di amarlo: forse è questa la più straordinaria possibilità di cambiamento concessa al mondo stesso e a noi.
Data recensione: 15/02/2008
Testata Giornalistica: ArezzoNotizie
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