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Nella Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze sarà ospitata nel febbraio 2008 la prima esposizione di un articolato ciclo che intende documentare alle Istituzioni del territorio le potenzialità

Nella Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno di  Firenze sarà ospitata nel febbraio 2008 la prima esposizione di un articolato ciclo che intende documentare alle Istituzioni del territorio le potenzialità e i valori dei docenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. In questo caso tre maestri, titolari di cattedra di Pittura di ampia e articolata esperienza artistica e didattica, Radu Dragomirescu, Roberto Giovannelli, Andrea Granchi, dialogano tra loro su differenti modalità di concepire il disegno da sempre asse portante del lavoro della ricerca artistica.L’esposizione, promossa dalla Direzione e dal Consiglio Accademico e resa possibile grazie ad un rinnovato rapporto di collaborazione tra le due storiche Accademie fiorentine, diviene così occasione straordinaria per un accostamento stimolante e suggestivo di tre diverse chiavi d’interpretazione del concetto di “disegno”, uno degli argomenti più dibattuti anche nel contesto della profonda riforma, tutt’ora in corso, delle Accademie italiane. I tre differenti punti di vista, articolati nel loro confronto attraverso opere per lo più inedite, consentono di comporre in modo trasversale e ben al di là di concezioni rigide o contrapposte, un singolare dialogo attraverso un ventaglio di motivazioni tra segno-scrittura, segno-forma-colore e disegno tridimensionale puntando a dimostrare alle giovani generazioni, che sempre più numerose convergono da ogni parte del mondo all’Accademia fiorentina, le grandi possibilità di comunicazione tra questi elementi - fondamento inesauribile della creazione artistica – certamente presenti, in modalità differenti, nel lavoro di ciascuno dei tre artisti.Radu Dragomirescu è un protagonista dell’arte contemporanea da quasi un trentennio. Rumeno, si è perfettamente integrato in Italia, pur mantenendo saldi rapporti con la sua terra d’origine, ed alcuni caratteri salienti di quella importante cultura sono visibili penetrando negli aspetti profondi della sua poetica. Particolarmente riguardo l’aspetto simbolico disseminato nelle composizioni, giocate quasi sempre su tonalità umbratili, sui suggestivi effetti del chiaroscuro, sinonimo di un’arte che fa della riflessione e del silenzio la sua essenza, con l’urgenza espressiva a fungere da contraltare ad un sostanziale pessimismo esistenziale, esternato dall’artista con acida ironia. Come ama citare Dragomirescu, “l’artista non è chi appare ma colui che è”. Roberto Giovannelli, opera sui temi connessi allo stretto reciproco rapporto che unisce tutte le arti, sulle consonanze e contaminazioni tra pittura, musica e letteratura, seguendo un percorso affabulatorio di vocazione neoparnassiana, volto al recupero del passato come invenzione del presente. In parallelo con l’attività artistica ha svolto ricerche sistematiche sulla prassi pittorica in Italia tra Sette e Ottocento. Ha portato sostanziali integrazioni alla vita e al catalogo di Bernardino Nocchi, nuovi contributi alla biografia di Stefano Tofanelli, rimesso in luce l’eccentrica figura di Niccola Monti. E’ intervenuto su artisti quali Raffaello e Antonio Morghen, Giuseppe Bezzuoli, Pietro Cheloni, eccetera. Tra i suoi recenti contributi lo studio, di genere saggistico e autobiografico, Il Nudo in scena. Due passi con Pietro Benvenuti nella fiorentina Accademia delle Belle Arti. Dirige la collana Scrapts, taccuioni di lavoro, edizioni Polistampa, Firenze.Andrea Granchi, ad un intenso periodo dedicato al “cinema d’artista”, affianca dai primi anni ’80 un suo serrato dialogo con gli “archetipi” dell’ arte dal Manierismo al Romanticismo, dal fantastico-sublime alla Metafisica ed ai surrealismi in sintonia con un’ arte psicanalitica fra ragione ed inconscio come per dare forma, lavorando sulla “poetica del viaggio” e dei “contrapposti”, al “perenne testa-coda del tempo” (G. dalla Chiesa 1989). Assai attento al gioco strutturale e tecnico della costruzione dell’opera recupera, tra anni ’80 e ‘90, anche la tecnica dell’affresco “sperimentando” tecniche, materiali, supporti “antichi”, ma totalmente rinnovati (L.V. Masini, 1993), anche con esiti  tridimensionali, a metà tra opera pittorica e scultura. E’ questo il  caso del recente bronzo Genio del Viaggio realizzato in collaborazione  con la Parrellarte di Aosta e la Fonderia d’Arte Verres spa e che viene  presentato per la prima volta a Firenze in questa circostanza.
Data recensione: 08/02/2008
Testata Giornalistica: Teknemedia
Autore: ––