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Aveva soltanto 35 anni, nel 1961, anno della sua morte, Giulio Di Nardo. E una vita intensa alle spalle. Una vita da partigiano tra i partigiani di Tito, in Jugoslavia, con i quali rimase fino alla Liberazione. Era un uomo

Aveva soltanto 35 anni, nel 1961, anno della sua morte, Giulio Di Nardo. E una vita intensa alle spalle. Una vita da partigiano tra i partigiani di Tito, in Jugoslavia, con i quali rimase fino alla Liberazione. Era un uomo che aveva sete di giustizia e libertà. E tutto quel che faceva e gli accadeva e gli accadeva era solito metterlo nero su bianco. Fino a farne un diario che testimonia il suo fari uomo, le sue virtù, le sue debolezze, l’amore, le cadute, la voglia di vivere. Tutto questo lo troviamo in Sento l’eco dei passi perduti, a cura di Kiki Franceschi (Polistampa, pagg. 104, euro 8). 
Data recensione: 04/02/2008
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Riccardo Cardellicchio