chiudi

È la nuova testimonial dell’artigianato fiorentino nel mondo, ambasciatrice del gusto e del talento di un settore dell’economia italiana che, nonostante le crisi, continua ad essere una punta di diamante per l’intero paese. Ma

È la nuova testimonial dell’artigianato fiorentino nel mondo, ambasciatrice del gusto e del talento di un settore dell’economia italiana che, nonostante le crisi, continua ad essere una punta di diamante per l’intero paese. Ma non è una modella né un’attrice, il che farà sorridere i benpensanti. Se a questo aggiungiamo il nome, allora potrebbero scatenarsi in molti. Perché Barbie, è lei la testimonial in questione, da sempre evoca un mondo molto lontano da quello di cui stiamo parlando. E invece la provocazione è riuscita.
La Barbie che impersona Caterina de Medici nel giorno delle sue nozze con Enrico di Valois il 27 ottobre 1533, non in vendita ma in passerella nelle nobili prospettive di Palazzo Medici Riccardi a Firenze è diventata, così, il simbolo di quello che Firenze vuole essere nei prossimi mesi. Una città proiettata nel futuro e in un mondo globale dove però a fare la differenza resta il locale sapere artigianale, in altre parole “glocalisation”.
Che l’evento sia importante lo dimostra perfino un instant book pubblicato dalla serissima Polistampa, “[1] Barbie sogna Caterina de’Medici”, in cui si ripercorrono tutte le tappe dell’esperimento. Per vestire la celebre bambola americana hanno lavorato giorno e notte decine di artigiani dei migliori laboratori toscani. Il modello è stato prima realizzato a grandezza naturale e poi riprodotto in scala. Da sottolineare la bellezza del tessuto in velluto bianco cesellato con diverso spessore per dare alla stoffa, di conseguenza al vestito, altezze diverse e tonalità variate fra loro a partire dallo stesso colore. Un gioco raffinatissimo di percezioni visive, insomma, da solleticare anche i profani e chi con le bambole non ha mai voluto giocare.
Data recensione: 01/02/2008
Testata Giornalistica: Panorama.it
Autore: Maria Zuppello