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Il Codice Borgia della società italiana

Analisi clinica di un Paese in declino

15,30 € 18,00
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Nel 1993 la rivista «Nature» pubblicava un articolo che stigmatizzava la logica manipolatoria dei concorsi universitari italiani, immaginando la bocciatura di un esterrefatto Leonardo da Vinci, malgrado il suo genio, e la vittoria dei Borgia al gran completo: sì, la famiglia di Lucrezia e del Valentino, passata alla storia per spregiudicatezza, immoralità e per il nepotismo del padre Rodrigo, papa Alessandro VI. Da allora, trascorsi vent’anni, poco o niente è cambiato. Poco o niente contano intelligenza, merito, competenza dinanzi al potere che punta soprattutto a riprodurre se stesso, di padre in figlio, e non solo in ambito accademico. Da qui l’idea del secolare incombere di un “Codice Borgia” sulla storia del nostro Paese.
Fra le grandi democrazie dell’Occidente, l’Italia è rimasta l’unica a mantenere modelli e codici di comportamento arretrati quali il Familismo Amorale, aggravato da un “perdonismo materno” che tutto accetta e consente, e uno Stato di Diritto solo formale. Questo è il vero motivo strutturale per cui il nostro Paese non riesce più a crescere, perde pezzi d’industria, ha una ricerca mediocre, s’impoverisce… È imperativo, per la nostra sopravvivenza nel contesto darwiniano dell’economia globale, smantellare rapidamente il vecchio sistema e abbracciarne quanto prima uno nuovo, fondato sul Civismo e su di uno Stato di Diritto sostanziale.
L’autore auspica che gli italiani capiscano l’importanza di maturare una responsabilità individuale capace di promuovere una sorta di Protestantesimo Laico che, rispettoso della legge, conduca a un Civismo paterno, etico e rigoroso, che si opponga dal basso alla corruttela in favore del bene comune.

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Nel 1993 la rivista «Nature» pubblicava un articolo che stigmatizzava la logica manipolatoria dei concorsi universitari italiani, immaginando la bocciatura di un esterrefatto Leonardo da Vinci, malgrado il suo genio, e la vittoria dei Borgia al gran completo: sì, la famiglia di Lucrezia e del Valentino, passata alla storia per spregiudicatezza, immoralità e per il nepotismo del padre Rodrigo, papa Alessandro VI. Da allora, trascorsi vent’anni, poco o niente è cambiato. Poco o niente contano intelligenza, merito, competenza dinanzi al potere che punta soprattutto a riprodurre se stesso, di padre in figlio, e non solo in ambito accademico. Da qui l’idea del secolare incombere di un “Codice Borgia” sulla storia del nostro Paese.
Fra le grandi democrazie dell’Occidente, l’Italia è rimasta l’unica a mantenere modelli e codici di comportamento arretrati quali il Familismo Amorale, aggravato da un “perdonismo materno” che tutto accetta e consente, e uno Stato di Diritto solo formale. Questo è il vero motivo strutturale per cui il nostro Paese non riesce più a crescere, perde pezzi d’industria, ha una ricerca mediocre, s’impoverisce… È imperativo, per la nostra sopravvivenza nel contesto darwiniano dell’economia globale, smantellare rapidamente il vecchio sistema e abbracciarne quanto prima uno nuovo, fondato sul Civismo e su di uno Stato di Diritto sostanziale.
L’autore auspica che gli italiani capiscano l’importanza di maturare una responsabilità individuale capace di promuovere una sorta di Protestantesimo Laico che, rispettoso della legge, conduca a un Civismo paterno, etico e rigoroso, che si opponga dal basso alla corruttela in favore del bene comune.

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Polistampa, 2013

Pagine: 272

Caratteristiche: ill. col., br.

col ills, paperback

Formato: 17x24

ISBN: 978-88-596-1242-1

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