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Nel cuore dell’azzurro

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“La poesia di Giancarlo Bianchi è mossa e commossa da uno slancio vitale rivolto al divino in una catarsi dove il tempo e l’eterno si fondono fino a identificarsi. Da qui un linguaggio che si svolge in una sorta di enivrement secondo un registro non precostruito, affidato esclusivamente al flusso semantico dell’illuminazione interiore. Ne deriva una ‘scrittura’ più espressiva che comunicativa in cui le tessere sintattiche sono sconvolte nella chiarezza di quella luce e, magari, un lettore abituato alla ‘fabula’ piana della narrazione poetica, si trova inizialmente impreparato alla tensione che conduce il tutto ad un vertice pulsante. Occorre dunque avvicinarsi a questa poesia come ad esercizio spirituale nel quale la sintesi finale consiste nel disvelamento di icone e dunque ad un’esperienza visivo-visionaria di natura alchemica. Ma ciò che vorrei sottolineare è il compiuto ossimoro per cui questa poesia mistica dà luce ad un fondamento etico e si può affermare, senza tema di errore, che la pietas qui presente in queste pagine si innerva su una radicale coscienza del tempo. Conclusivamente, la catarsi accennata all’inizio ha così una doppia valenza: mistica e civile insieme”, (Franco Manescalchi).

Presentazione di Giorgio Mazzanti
Con una lettera di Mario Luzi

“La poesia di Giancarlo Bianchi è mossa e commossa da uno slancio vitale rivolto al divino in una catarsi dove il tempo e l’eterno si fondono fino a identificarsi. Da qui un linguaggio che si svolge in una sorta di enivrement secondo un registro non precostruito, affidato esclusivamente al flusso semantico dell’illuminazione interiore. Ne deriva una ‘scrittura’ più espressiva che comunicativa in cui le tessere sintattiche sono sconvolte nella chiarezza di quella luce e, magari, un lettore abituato alla ‘fabula’ piana della narrazione poetica, si trova inizialmente impreparato alla tensione che conduce il tutto ad un vertice pulsante. Occorre dunque avvicinarsi a questa poesia come ad esercizio spirituale nel quale la sintesi finale consiste nel disvelamento di icone e dunque ad un’esperienza visivo-visionaria di natura alchemica. Ma ciò che vorrei sottolineare è il compiuto ossimoro per cui questa poesia mistica dà luce ad un fondamento etico e si può affermare, senza tema di errore, che la pietas qui presente in queste pagine si innerva su una radicale coscienza del tempo. Conclusivamente, la catarsi accennata all’inizio ha così una doppia valenza: mistica e civile insieme”, (Franco Manescalchi).

Presentazione di Giorgio Mazzanti
Con una lettera di Mario Luzi

Polistampa, 2009

Pagine: 72

Caratteristiche: br.

br.

Formato: 14x20

ISBN: 978-88-596-0561-4

Collana:
Corymbos | Letteratura, prosa e poesia, 5

Settore: