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Le figlie di Ananke

Lachesi, la misuratrice / Cloto, la filatrice / Atropo, l’ostinata

15,30 € 18,00
Qt

«Le tre fatali figlie del Destino o della Necessità, le Parche Lachesi, Cloto e Atropo (Ananke è parola che ha resistito nei millenni) vengono presentate all’inizio con accurati e suggestivi capitoli, “Le fonti”. Ecco Lachesi, la “misuratrice”. Il demone le porta un’anima nascente che ha precedentemente scelto il proprio destino. Lachesi fissa i termini. Poi il demone porta l’anima verso Cloto: sotto la sua mano e sotto il fuso che vorticosamente rotea, il destino scelto diventa irreversibile. Poi il demone ancora conduce l’anima dove Atropo fila, e così il destino si fa immutabile. Questo è l’osso portante delle tre leggende. Ma l’autrice si investe delle tre fasi e le incarna in una sua personale mitologia esistenziale. La storia germogliante di Lachesi non si svolge in un freddo aldilà ma si tinge delle luci tenere e favolose di Fiesole, un’esperienza vissuta, sofferta e goduta. Si noti la sapienza stilistica e prosodica di questo inizio, e la scelta degli aggettivi:

       Persa nell’aria acidula di mosto
       all’ora più stanca del giorno
       ti spio e mi orizzonto;
       con abito rosso sei ricamata
       dagli aghi fini di un magro sole,
       in trina sul crine della collina
       …

Cloto, la seconda figlia, la filatrice, riunisce in versi e piccole prose certi luoghi, presenze care, animali e squarci urbani, dove fra l’altro è forte la tensione ritmica: Mi sveglio presto: oggi la giornata è religiosa; ai vetri radi gridi di gazza ventilano casa. Vado al passo nel silenzio. Pace. La terza anta della predella riguarda Atropo, “l’ostinata”, dove di nuovo ci introducono certe voci classiche di sfumato riferimento al nostro libro, da Omero, Virgilio, Esiodo. Si noti il contrasto, la sorpresa aforistica finale:

       Non c’è che stonatura intorno, asciutto
       tutto è una scabra lotta di mascelle,
       catrame di torti e ragioni, dubbio.
       Posso solo attraversare le rughe
       di monti che sfogliano anni, voglio
       solo scrostare una biscia di luce,
       uscire dalla mischia, accoltellare
       l’ombra da cui mi credo pedinata.

dalla presentazione di Maria Luisa Spaziani

«Le tre fatali figlie del Destino o della Necessità, le Parche Lachesi, Cloto e Atropo (Ananke è parola che ha resistito nei millenni) vengono presentate all’inizio con accurati e suggestivi capitoli, “Le fonti”. Ecco Lachesi, la “misuratrice”. Il demone le porta un’anima nascente che ha precedentemente scelto il proprio destino. Lachesi fissa i termini. Poi il demone porta l’anima verso Cloto: sotto la sua mano e sotto il fuso che vorticosamente rotea, il destino scelto diventa irreversibile. Poi il demone ancora conduce l’anima dove Atropo fila, e così il destino si fa immutabile. Questo è l’osso portante delle tre leggende. Ma l’autrice si investe delle tre fasi e le incarna in una sua personale mitologia esistenziale. La storia germogliante di Lachesi non si svolge in un freddo aldilà ma si tinge delle luci tenere e favolose di Fiesole, un’esperienza vissuta, sofferta e goduta. Si noti la sapienza stilistica e prosodica di questo inizio, e la scelta degli aggettivi:

       Persa nell’aria acidula di mosto
       all’ora più stanca del giorno
       ti spio e mi orizzonto;
       con abito rosso sei ricamata
       dagli aghi fini di un magro sole,
       in trina sul crine della collina
       …

Cloto, la seconda figlia, la filatrice, riunisce in versi e piccole prose certi luoghi, presenze care, animali e squarci urbani, dove fra l’altro è forte la tensione ritmica: Mi sveglio presto: oggi la giornata è religiosa; ai vetri radi gridi di gazza ventilano casa. Vado al passo nel silenzio. Pace. La terza anta della predella riguarda Atropo, “l’ostinata”, dove di nuovo ci introducono certe voci classiche di sfumato riferimento al nostro libro, da Omero, Virgilio, Esiodo. Si noti il contrasto, la sorpresa aforistica finale:

       Non c’è che stonatura intorno, asciutto
       tutto è una scabra lotta di mascelle,
       catrame di torti e ragioni, dubbio.
       Posso solo attraversare le rughe
       di monti che sfogliano anni, voglio
       solo scrostare una biscia di luce,
       uscire dalla mischia, accoltellare
       l’ombra da cui mi credo pedinata.

dalla presentazione di Maria Luisa Spaziani

Polistampa, 2008

Pagine: 232

Caratteristiche: br., in cofanetto

br., in cofanetto

Volumi: 3

Formato: 15x21

ISBN: 978-88-596-0342-9

Collana:
Dalla stanza | Collana di poesia, 4

Settori: