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Zone di frontiera urbana

Cantieri fotografici

11,90 € 14,00
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In questo volume fotografico sono raccolti 98 scatti realizzati da 16 artisti della Fondazione Studio Marangoni per il progetto territoriale Zone di frontiera urbana: cantieri fotografici, riguardante le nuove zone di passaggio tra Firenze e i comuni della piana (Scandicci, Campi Bisenzio, Calenzano, Sesto Fiorentino, Prato), che la Fondazione Michelucci ha presentato alla Regione Toscana. Il concetto-chiave del progetto è il ribaltamento del significato di “periferia”, di cerchia esterna dell’area cittadina a favore di quello di frontiera: un luogo non più inteso come confine, come territorio ai margini, ma come finestra sul mondo, sugli universi circostanti e opposti.
Le immagini fotografiche frutto di questa ricerca nell’hinterland fiorentino seguono direzioni diverse: dai corsi d’acqua ai punti di aggregazione, dalle grandi strutture agli ipermercati, ai nuovi quartieri, fino a ritrarre la gente del posto, per la maggior parte immigrati, che in queste zone marginali vivono. Sono tutti spazi ampi, la concentrazione urbana (a differenza del centro città) ha una densità che si coagula a macchia di leopardo, l’aria penetra dentro le estensioni: è un territorio che si lascia attraversare e vivere.
Questo interesse verso le nuove forme del vivere urbano è uno dei nodi fondamentali di molta riflessione critica odierna. La città è infatti il luogo evidente e tangibile delle dinamiche economiche, degli spostamenti migratori, delle trasformazioni territoriali che hanno costretto a un radicale ripensamento della pianificazione urbanistica. La fotografia diventa mezzo espressivo per rappresentare tali cambiamenti, per immortalare la nuova frontiera delle città.

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In questo volume fotografico sono raccolti 98 scatti realizzati da 16 artisti della Fondazione Studio Marangoni per il progetto territoriale Zone di frontiera urbana: cantieri fotografici, riguardante le nuove zone di passaggio tra Firenze e i comuni della piana (Scandicci, Campi Bisenzio, Calenzano, Sesto Fiorentino, Prato), che la Fondazione Michelucci ha presentato alla Regione Toscana. Il concetto-chiave del progetto è il ribaltamento del significato di “periferia”, di cerchia esterna dell’area cittadina a favore di quello di frontiera: un luogo non più inteso come confine, come territorio ai margini, ma come finestra sul mondo, sugli universi circostanti e opposti.
Le immagini fotografiche frutto di questa ricerca nell’hinterland fiorentino seguono direzioni diverse: dai corsi d’acqua ai punti di aggregazione, dalle grandi strutture agli ipermercati, ai nuovi quartieri, fino a ritrarre la gente del posto, per la maggior parte immigrati, che in queste zone marginali vivono. Sono tutti spazi ampi, la concentrazione urbana (a differenza del centro città) ha una densità che si coagula a macchia di leopardo, l’aria penetra dentro le estensioni: è un territorio che si lascia attraversare e vivere.
Questo interesse verso le nuove forme del vivere urbano è uno dei nodi fondamentali di molta riflessione critica odierna. La città è infatti il luogo evidente e tangibile delle dinamiche economiche, degli spostamenti migratori, delle trasformazioni territoriali che hanno costretto a un radicale ripensamento della pianificazione urbanistica. La fotografia diventa mezzo espressivo per rappresentare tali cambiamenti, per immortalare la nuova frontiera delle città.

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