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Fiorentinismi soliti usarsi dalla bassa gente

Raccolta ragionata di antichi idiotismi nella parlata, nei canti popolari, nei giochi infantili della Firenze granducale

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“Gran bella cosa è l’esser toscani, ma ancor di più è l’appartenere a quel tipo di fiorentini che si possono vantare di essere i primi per toscanità e che conservano ancora nel parlare quel vernacolo che fu di Cecco Angiolieri, di Franco Sacchetti e quindi del Lasca, che poi è lo stesso gergo dei trippai, delle ciane, dei beceri, della gente di San Frediano, cioè la parlata sboccata, insolente, allegra, a bocca aperta e a mele strette” (dalla prefazione dell’Autore).
I edizione: novembre 2005
I ristampa: ottobre 2006

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“Gran bella cosa è l’esser toscani, ma ancor di più è l’appartenere a quel tipo di fiorentini che si possono vantare di essere i primi per toscanità e che conservano ancora nel parlare quel vernacolo che fu di Cecco Angiolieri, di Franco Sacchetti e quindi del Lasca, che poi è lo stesso gergo dei trippai, delle ciane, dei beceri, della gente di San Frediano, cioè la parlata sboccata, insolente, allegra, a bocca aperta e a mele strette” (dalla prefazione dell’Autore).
I edizione: novembre 2005
I ristampa: ottobre 2006

Formato PDF

Polistampa, 2005

Pagine: 232

Caratteristiche: ill. b/n, br.

b/w ills, paperback

Formato: 15x21

ISBN: 978-88-8304-967-5

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