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Il carattere di un graffio

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Scrive l’autrice: “Arte e diversità. Un tema antico che vorrei sciogliere immediatamente affermando che arte è una forma di diversità, mentre i linguaggi della diversità non per questo sono arte.
E dico questo sulla base di una lunga esperienza critica. Ricordo di aver presentato una mostra di pittura di Paolo Poli in anni ormai lontani e di aver posto la questione di due diversità che si incontrano dando luogo ad una specifica forma di creatività. Ma uscendo dal cerchio stregato delle patologie e sottolineando semmai quello egualmente nefasto della ingiusta emarginazione psichiatrica (ed infine quando mai l’emarginazione può essere definita giusta?) si entra di diritto in uno spazio maudit che è tipico della poesia decadente.
Fra le varie ipotesi appena sopra indicate, in questo caso mi sembra si debba orientarci verso uno spazio onirico di forte intensità contestatrice del reale così come si arrocca ed appiattisce nell’ipocrisia della norma. Emerge così l’interno paese straniero che si vela e si svela, si tinge di dolore e sangue, di luci lancinanti o di ombre ragnate.
In questo senso scrivere significa dare forma alle contraddizioni del vivere, abbandonandosi al dolente flusso della parola lacerante e lacerata…”

Scrive l’autrice: “Arte e diversità. Un tema antico che vorrei sciogliere immediatamente affermando che arte è una forma di diversità, mentre i linguaggi della diversità non per questo sono arte.
E dico questo sulla base di una lunga esperienza critica. Ricordo di aver presentato una mostra di pittura di Paolo Poli in anni ormai lontani e di aver posto la questione di due diversità che si incontrano dando luogo ad una specifica forma di creatività. Ma uscendo dal cerchio stregato delle patologie e sottolineando semmai quello egualmente nefasto della ingiusta emarginazione psichiatrica (ed infine quando mai l’emarginazione può essere definita giusta?) si entra di diritto in uno spazio maudit che è tipico della poesia decadente.
Fra le varie ipotesi appena sopra indicate, in questo caso mi sembra si debba orientarci verso uno spazio onirico di forte intensità contestatrice del reale così come si arrocca ed appiattisce nell’ipocrisia della norma. Emerge così l’interno paese straniero che si vela e si svela, si tinge di dolore e sangue, di luci lancinanti o di ombre ragnate.
In questo senso scrivere significa dare forma alle contraddizioni del vivere, abbandonandosi al dolente flusso della parola lacerante e lacerata…”

Polistampa, 2000

Pagine: 32

Caratteristiche: br.

br.

Formato: 12X17

ISBN: 978-88-8304-210-2

Settore: