Realizzato in occasione della mostra allestita tra il 5 e il 30 novembre 2002 presso la Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, il catalogo è arricchito da un’antologia critica.
“Piero Tredici è l’ultimo alfiere dell’arte che un tempo si chiamava impegnata. Si presenta a noi (non possiamo non ammirare il suo coraggioso anticonformismo) negli anni dell’individualismo di massa, del pensiero unico edonista e consumista, della de-ideologizzazione proposta come terapia infallibile per tutti i mali del mondo. Oggi si pensa che l’arte debba essere minimalismo, nostalgia, citazioni, evasione, ironia, gioco. Ma ecco che arriva Piero Tredici a scompigliare le carte, a rovesciare il tavolo. Si presenta con una mostra inattuale e controcorrente, a dirci che le cose non stanno così, che non è giusto e neppure possibile dimenticare la centralità drammatica della condizione umana. Perché - raccontano le sue tele che ci piaccia o no, anche se non vogliamo saperlo o fingiamo di dimenticarlo, questo è l’Uomo, nella terra desolata sotto un cielo senza promesse. Per fortuna il pendolo della storia conosce cicliche oscillazioni. Dopo il tempo del disincanto tornerà (e sarà presto), il tempo della moralità e dell’impegno e allora capiremo quant’è stata importante, nell’autunno del 2002, questa mostra fiorentina splendidamente inattuale” (Antonio Paolucci).
Premessa di Francesco Adorno
Presentazione di Antonio Paolucci
Introduzione di Alberto Brasca