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Il monaco e la figlia del boia

Traduzione di Pier Michele Cellini

6,59 € 7,75
Qt

Una vicenda editoriale complessa si nasconde dietro questo romanzo. Nella presente edizione è riportata una prefazione di Bierce del 1906, nella quale si spiega che Il monaco e la figlia del boia è una libera versione del testo tedesco di Richard Voss, condotta dall’autore (lo stesso Bierce) sulla base della prima traduzione di Gustav Adolf Danziger.
Come scrive il curatore Alessandro Scarsella, in questo breve romanzo «non mancano quegli elementi topici di una cornice gotica, dal monastero a strapiombo su un abisso, alle sue celle, alla residenza estiva-castello del priore, soprattutto alla descrizione del popolo della montagna, “razza perduta” di idolatri e scavatori di gallerie nel cuore della roccia, a malapena convertiti, che come demoni appaiono e svaniscono nella foresta. Ma non si tratta di uno pseudo-medioevo, bensì di quella atmosfera barocca che nasce come niente dal tronco del gotico, quale si osserva in certe chiese austriache, senza l’intervallo di rinascimenti di sorta». Una novità del racconto è che «la tentatrice è sì un paria tradizionale, “la figlia del boia”, ma non è né una prostituta, né una zingara, né un´ebrea e così via... Si tratta, per paradosso, di una classica “fanciulla perseguitata”...».

Una vicenda editoriale complessa si nasconde dietro questo romanzo. Nella presente edizione è riportata una prefazione di Bierce del 1906, nella quale si spiega che Il monaco e la figlia del boia è una libera versione del testo tedesco di Richard Voss, condotta dall’autore (lo stesso Bierce) sulla base della prima traduzione di Gustav Adolf Danziger.
Come scrive il curatore Alessandro Scarsella, in questo breve romanzo «non mancano quegli elementi topici di una cornice gotica, dal monastero a strapiombo su un abisso, alle sue celle, alla residenza estiva-castello del priore, soprattutto alla descrizione del popolo della montagna, “razza perduta” di idolatri e scavatori di gallerie nel cuore della roccia, a malapena convertiti, che come demoni appaiono e svaniscono nella foresta. Ma non si tratta di uno pseudo-medioevo, bensì di quella atmosfera barocca che nasce come niente dal tronco del gotico, quale si osserva in certe chiese austriache, senza l’intervallo di rinascimenti di sorta». Una novità del racconto è che «la tentatrice è sì un paria tradizionale, “la figlia del boia”, ma non è né una prostituta, né una zingara, né un´ebrea e così via... Si tratta, per paradosso, di una classica “fanciulla perseguitata”...».

Polistampa, 1999

A cura di:

Pagine: 112

Caratteristiche: br.

br.

Formato: 12x17

ISBN: 978-88-8304-052-8

Collana:
Plot, 2

Settore: