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Magdal nel canto e nel silenzio

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“Dopo cinque lustri dalla pubblicazione de Le pietre di Magdal vede la luce questo poemetto ancora scolpito, e non levigato, in una brevità espressionistica. La vicenda del tempo reale e delle piccole circostanze poco interessa questo canto, sorta di dialogo naturaliter religioso tra il preponderante io di Magdal e il dolore del da Sein.
La pregnanza dei riferimenti determina uno spazio di complicità col lettore (ancor più con la sorella lettrice, che qui ritrova con estrema naturalezza, quasi in uno specchio oscuro, i suoi volti più cari, come Euridice, Ofelia, La Luna strappata). Mentre la salmodia biblica innalza in una remota allegoria chiuse emozioni: la porta che ti condanna ad essere. Né mancano i simboli di distruzione e ferite (la terra diserbata, le ali spezzate).
Le illustrazioni di Simonetta Carpini colgono mirabilmente il bestiario e il procedimento analogico dell’’’’autrice; anzi ne costituiscono un beneficio contrappeso formale, che aggiunge all’’’’inquietum cor una stravaganza leggera e vitale.
Pur appartenendo alla poesia dotta, Magdal nel canto e nel silenzio non risponde alle scuole e alle mode letterarie, con uno stile a volte audace nella iunctura e nel melos. Il lessico è intonato ad una declamazione sostanzialmente tragica. Un colore in prevalenza scuro, come il mare violaceo, nei cui moviemtni e nei cui scontri potrebbe, contro ogni predeterminazione, aprirsi un desiderio limpido di azzurro” (Arturo Orsini).

Disegni di Simonetta Carpini

“Dopo cinque lustri dalla pubblicazione de Le pietre di Magdal vede la luce questo poemetto ancora scolpito, e non levigato, in una brevità espressionistica. La vicenda del tempo reale e delle piccole circostanze poco interessa questo canto, sorta di dialogo naturaliter religioso tra il preponderante io di Magdal e il dolore del da Sein.
La pregnanza dei riferimenti determina uno spazio di complicità col lettore (ancor più con la sorella lettrice, che qui ritrova con estrema naturalezza, quasi in uno specchio oscuro, i suoi volti più cari, come Euridice, Ofelia, La Luna strappata). Mentre la salmodia biblica innalza in una remota allegoria chiuse emozioni: la porta che ti condanna ad essere. Né mancano i simboli di distruzione e ferite (la terra diserbata, le ali spezzate).
Le illustrazioni di Simonetta Carpini colgono mirabilmente il bestiario e il procedimento analogico dell’’’’autrice; anzi ne costituiscono un beneficio contrappeso formale, che aggiunge all’’’’inquietum cor una stravaganza leggera e vitale.
Pur appartenendo alla poesia dotta, Magdal nel canto e nel silenzio non risponde alle scuole e alle mode letterarie, con uno stile a volte audace nella iunctura e nel melos. Il lessico è intonato ad una declamazione sostanzialmente tragica. Un colore in prevalenza scuro, come il mare violaceo, nei cui moviemtni e nei cui scontri potrebbe, contro ogni predeterminazione, aprirsi un desiderio limpido di azzurro” (Arturo Orsini).

Disegni di Simonetta Carpini

Polistampa, 2001

Pagine: 20

Caratteristiche: ill. b/n, br.

ill. b/n, br.

Formato: 17x24

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