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Letture e ricerche laurenziane

La vitalità di una biblioteca come la Laurenziana si può misurare solo parzialmente con i consueti parametri numerici riferiti ai manoscritti consultati, ai lettori ospitati, alle richieste evase, alle schede prodotte. Più significativa risulta l’analisi quantitativa e qualitativa delle citazioni dirette delle fonti primarie conservate che, nonostante la notorietà, continuano a porre interrogativi agli studiosi di tutto il mondo: si tratta di una letteratura quasi sconfinata che riflette tangibilmente lo sviluppo incessante degli studi sui manoscritti e, in qualche maniera, la partecipazione attiva o di supporto che il personale della biblioteca presta alle ricerche degli studiosi. Altri indizi sulla vitalità di questa istituzione si rilevano dai risultati degli altri impegni perseguiti, forse anche più rilevanti e cogenti, quali la tutela e la comunicazione. La prima si estrinseca spesso anche nella riproduzione di codici; la seconda comporta un’attività di mediazione operata sul territorio, fra le fonti conservate e i centri di ricerca o i singoli studiosi che ne fanno oggetto privilegiato del loro lavoro. La biblioteca è, perciò, divenuta sempre più un luogo aperto ad iniziative ritenute collaterali ai propri fini istituzionali, come presentazioni di libri attinenti al patrimonio conservato, convegni, cicli di conferenze. La redazione di una collana di monografie che accoglierà una produzione eterogenea, ma sempre finalizzata alla conoscenza delle fonti, è nata dalla convinzione che il complesso di tutte queste attività che la biblioteca gestisce in proprio, o condivide con altri istituti, non debba perdersi alla memoria, né debba cercare forme editoriali estranee alla istituzione.