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Roberto  Panichi

Roberto Panichi

Nato a Cuneo nel 1937 da genitori toscani, ha sempre vissuto in Versilia. Nel 1960 entra in contatto con Primo Conti e nel 1965 incontra Pietro Annigoni che lo incoraggia e visita la sua prima mostra. Su suo consiglio inizia a frequentare saltuariamente lo studio di Nerina Simi, che continua in quegli anni la grande tradizione verista del padre Fidelfo. Tra gli artisti che conosce e che lasciano un’impronta significativa sul suo percorso iniziale troviamo Hans Jakob Staude, col quale intrattiene un sodalizio amicale e culturale che dura fino alla scomparsa dell’artista tedesco nel 1974. Dal 1969 espone e viaggia in Italia e in Europa. Particolarmente importanti il periodo olandese, con soggiorni prolungati ad Amsterdam, e le presenze in Germania e in Svizzera.
Nel 1987 il William Benton Museum of Art di Storrs (Connecticut) organizza, su indicazione dell’italianista Glauco Cambon, l’esposizione ispirata alla Divina Commedia – la prima è stata allestita a Palazzo Corsini di Firenze l’anno prima –, acquisendo l’intera raccolta di 35 tempere grasse su carta, e nomina Panichi Membro onorario del Museo. Nel frattempo le sue opere vengono esposte a Los Angeles, Chicago, all’Alexander of Florence Gallery di Carmel (California), oltre che all’Esposizione Internazionale di Miami nel gennaio 2000, su iniziativa della galleria Ghelfi. Stila il Manifesto dell’Espressionismo simbolico-formale a cui aderisce un gruppo di artisti fiorentini e fonda il centro “Arte e Scienza”. Oltre che nel Museo di Storrs, Panichi è presente nella Fondazione Internazionale del Secondo Rinascimento, nella Fondazione nazionale Carlo Collodi di Pistoia, nella Fondazione Moretti di Deruta. Tra i suoi scritti, di varia letteratura, vi sono contributi su argomenti specialistici di estetica e di teoria delle arti.

Nato a Cuneo nel 1937 da genitori toscani, ha sempre vissuto in Versilia. Nel 1960 entra in contatto con Primo Conti e nel 1965 incontra Pietro Annigoni che lo incoraggia e visita la sua prima mostra. Su suo consiglio inizia a frequentare saltuariamente lo studio di Nerina Simi, che continua in quegli anni la grande tradizione verista del padre Fidelfo. Tra gli artisti che conosce e che lasciano un’impronta significativa sul suo percorso iniziale troviamo Hans Jakob Staude, col quale intrattiene un sodalizio amicale e culturale che dura fino alla scomparsa dell’artista tedesco nel 1974. Dal 1969 espone e viaggia in Italia e in Europa. Particolarmente importanti il periodo olandese, con soggiorni prolungati ad Amsterdam, e le presenze in Germania e in Svizzera.
Nel 1987 il William Benton Museum of Art di Storrs (Connecticut) organizza, su indicazione dell’italianista Glauco Cambon, l’esposizione ispirata alla Divina Commedia – la prima è stata allestita a Palazzo Corsini di Firenze l’anno prima –, acquisendo l’intera raccolta di 35 tempere grasse su carta, e nomina Panichi Membro onorario del Museo. Nel frattempo le sue opere vengono esposte a Los Angeles, Chicago, all’Alexander of Florence Gallery di Carmel (California), oltre che all’Esposizione Internazionale di Miami nel gennaio 2000, su iniziativa della galleria Ghelfi. Stila il Manifesto dell’Espressionismo simbolico-formale a cui aderisce un gruppo di artisti fiorentini e fonda il centro “Arte e Scienza”. Oltre che nel Museo di Storrs, Panichi è presente nella Fondazione Internazionale del Secondo Rinascimento, nella Fondazione nazionale Carlo Collodi di Pistoia, nella Fondazione Moretti di Deruta. Tra i suoi scritti, di varia letteratura, vi sono contributi su argomenti specialistici di estetica e di teoria delle arti.

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