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Alberto Moretti

Alberto Moretti

Alberto Moretti è nato nel 1922 a Carmignano, dove è cresciuto e ha abitato fino al 1956. È tornato al paese natio nei primi anni Novanta, in concomitanza con la chiusura della Galleria Schema da lui fondata – insieme a Raùl Dominguez e a Roberto Cesaroni Venanzi – e diretta a Firenze per oltre venti anni (1972 1994). Come artista esordisce intorno alla metà degli anni Quaranta con disegni e dipinti figurativi che richiamano l’espressionismo, in particolare l’esperienza dei Fauve, oltre che quadri d’ispirazione sociale. In quel periodo frequenta il Caffè delle Giubbe Rosse a Firenze, dove incontra numerosi artisti e letterati come Rosai, Gadda, Landolfi, Luzi, Ungaretti. Dal 1946 la ricerca pittorica di Moretti volge all’astrazione geometrica, realizzando dipinti astratti ispirati al paesaggio e alla natura. Alla fine degli anni Quaranta entra in contatto con i pittori fiorentini del gruppo Arte Oggi e attua un’ulteriore riduzione pittorica, condensata in segni astratti e forme geometriche che danno vita a quadri tuttora inediti. Nel 1949 partecipa alla III Mostra internazionale Arte d’Oggi a Palazzo Strozzi a Firenze. Durante il soggiorno parigino del 1953, Moretti avrà modo di esporre in una mostra personale alla Galerie Arnaud (1952), oltre a frequentare le gallerie Denise René e De Baume, confrontandosi con le esperienze culturali della capitale francese e partecipando attivamente all’attività del MAC Espace. Dal 1951 la ricerca artistica di Moretti si orienta verso esperienze informali. Si occupa con Fiamma Vigo dell’attività della galleria e dell’omonima rivista «Numero». In occasione della mostra personale alla Galleria Numero (1951) espone le sue prime opere astratto-informali. Nel 1952 la rivista “La Nuova Città” di Michelucci edita una cartella di litografie dell’artista, esposte alla galleria Numero l’anno successivo. Realizza nel frattempo la serie delle Carte abissali (1951-1952), dipinti su carta che precorrono le successive esperienze pittoriche materico-gestuali. Nel 1954 partecipa alla Rassegna Internazionale d’Arte Astratta e nel 1955 alla mostra Arti Plastiche Civiltà Meccanica, entrambe tenute alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 1955 figura nella pubblicazione dell’Art Club di Roma Arte Astratta Italiana. Dal 1959 sperimenta opere di sintesi tra informale e New Dada (‘assemblages’), mentre dagli anni Sessanta la sua ricerca si volge in direzione di una Nuova Figurazione e della Pop Art con nuovi dipinti e collage. Nel 1968 realizza le prime “strutture primarie”, gigantesche forme di legno composte da elementi modulari ripetuti. Negli anni Settanta l’artista usa la cinepresa e la fotografia per integrare la sua ricerca visiva girando film in Super8 a camera fissa. Nel 1972, fonda a Firenze la storica Galleria Schema. Con Ideologia come Techne (1978) e con l’installazione alla Biennale di Venezia del 1978 il lavoro di Moretti si evolve fino alle implicazioni politico-sociologiche della ricerca/diritto a un “lavoro come arte” attestata anche da alcuni film. Dalla fine degli anni Settanta l’artista riannoda i legami con la pittura informale, reinterpretando gli intrecci di rafia come supporto per la sua pittura e partecipa negli anni Ottanta a importanti rassegne internazionali d’arte e di cinema d’artista. Nel 1983 il Comune di Firenze organizza una sua retrospettiva nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, nell’ambito della rassegna Made in Florence, e nel 1999 la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze gli dedica un’importante mostra retrospettiva.

Alberto Moretti è nato nel 1922 a Carmignano, dove è cresciuto e ha abitato fino al 1956. È tornato al paese natio nei primi anni Novanta, in concomitanza con la chiusura della Galleria Schema da lui fondata – insieme a Raùl Dominguez e a Roberto Cesaroni Venanzi – e diretta a Firenze per oltre venti anni (1972 1994). Come artista esordisce intorno alla metà degli anni Quaranta con disegni e dipinti figurativi che richiamano l’espressionismo, in particolare l’esperienza dei Fauve, oltre che quadri d’ispirazione sociale. In quel periodo frequenta il Caffè delle Giubbe Rosse a Firenze, dove incontra numerosi artisti e letterati come Rosai, Gadda, Landolfi, Luzi, Ungaretti. Dal 1946 la ricerca pittorica di Moretti volge all’astrazione geometrica, realizzando dipinti astratti ispirati al paesaggio e alla natura. Alla fine degli anni Quaranta entra in contatto con i pittori fiorentini del gruppo Arte Oggi e attua un’ulteriore riduzione pittorica, condensata in segni astratti e forme geometriche che danno vita a quadri tuttora inediti. Nel 1949 partecipa alla III Mostra internazionale Arte d’Oggi a Palazzo Strozzi a Firenze. Durante il soggiorno parigino del 1953, Moretti avrà modo di esporre in una mostra personale alla Galerie Arnaud (1952), oltre a frequentare le gallerie Denise René e De Baume, confrontandosi con le esperienze culturali della capitale francese e partecipando attivamente all’attività del MAC Espace. Dal 1951 la ricerca artistica di Moretti si orienta verso esperienze informali. Si occupa con Fiamma Vigo dell’attività della galleria e dell’omonima rivista «Numero». In occasione della mostra personale alla Galleria Numero (1951) espone le sue prime opere astratto-informali. Nel 1952 la rivista “La Nuova Città” di Michelucci edita una cartella di litografie dell’artista, esposte alla galleria Numero l’anno successivo. Realizza nel frattempo la serie delle Carte abissali (1951-1952), dipinti su carta che precorrono le successive esperienze pittoriche materico-gestuali. Nel 1954 partecipa alla Rassegna Internazionale d’Arte Astratta e nel 1955 alla mostra Arti Plastiche Civiltà Meccanica, entrambe tenute alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 1955 figura nella pubblicazione dell’Art Club di Roma Arte Astratta Italiana. Dal 1959 sperimenta opere di sintesi tra informale e New Dada (‘assemblages’), mentre dagli anni Sessanta la sua ricerca si volge in direzione di una Nuova Figurazione e della Pop Art con nuovi dipinti e collage. Nel 1968 realizza le prime “strutture primarie”, gigantesche forme di legno composte da elementi modulari ripetuti. Negli anni Settanta l’artista usa la cinepresa e la fotografia per integrare la sua ricerca visiva girando film in Super8 a camera fissa. Nel 1972, fonda a Firenze la storica Galleria Schema. Con Ideologia come Techne (1978) e con l’installazione alla Biennale di Venezia del 1978 il lavoro di Moretti si evolve fino alle implicazioni politico-sociologiche della ricerca/diritto a un “lavoro come arte” attestata anche da alcuni film. Dalla fine degli anni Settanta l’artista riannoda i legami con la pittura informale, reinterpretando gli intrecci di rafia come supporto per la sua pittura e partecipa negli anni Ottanta a importanti rassegne internazionali d’arte e di cinema d’artista. Nel 1983 il Comune di Firenze organizza una sua retrospettiva nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, nell’ambito della rassegna Made in Florence, e nel 1999 la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze gli dedica un’importante mostra retrospettiva.

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