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Alfredo Serri

Alfredo Serri

Alfredo Serri (Firenze 1898-1972), primo allievo di Pietro Annigoni (anche se più anziano di 11 anni), si avvicinò alla pittura dopo aver abbandonato la musica: era, infatti, violinista dell’orchestra del Teatro della Pergola, e fu proprio la conoscenza del maestro a trasformare la sua vocazione alla pittura in una dedizione completa, facendone un disegnatore dotato di un’enorme precisione nel cogliere i dettagli degli oggetti e dei modelli umani. Il suo uso del chiaro-scuro divenne perfetto, il suo segno seppe farsi affilato, tagliente, costruttivo e dinamico.
Con queste qualità Serri prese parte attiva alla corrente denominata ‘I Pittori Moderni della Realtà’, che si presentò al giudizio del pubblico e della critica con una serie di mostre fra il 1947 ed il 1949 e con una rivista, «Arte», edita a Firenze nel 1949. Il gruppo, attivo principalmente sull’asse Firenze-Milano, era composto da Annigoni, Serri, Gregorio Sciltian, Antonio e Xavier Bueno, Giovanni Acci e Carlo Guarienti. Dopo la conclusione dell’avventura del gruppo, Serri continuò nel silenzio e nella discrezione il suo viaggio nell’arte. Si appoggiò a un paio di gallerie, che commerciavano i suoi quadri, vendendoli spesso a collezionisti stranieri, per lo più americani, e fece poche mostre. Divenne un maestro assoluto nella pittura degli ‘inganni’, ovvero nei quadri talmente prossimi alla realtà da apparire ‘veri’, riuscendo a esprimere una pittura colta, ricca di citazioni e di richiami che spaziano dall’arte italiana a quella fiamminga, dall’età rinascimentale al ’900.
Maestro dell’intimismo, campione della pittura come suadenza, come affascinato viaggio nei meandri della poesia e della bellezza, Serri ha lavorato principalmente per un pubblico di estimatori e per il mercato statunitense, pur trascorrendo tutta la sua vita a Firenze, dove aveva il suo studio in via Guelfa.

Alfredo Serri (Firenze 1898-1972), primo allievo di Pietro Annigoni (anche se più anziano di 11 anni), si avvicinò alla pittura dopo aver abbandonato la musica: era, infatti, violinista dell’orchestra del Teatro della Pergola, e fu proprio la conoscenza del maestro a trasformare la sua vocazione alla pittura in una dedizione completa, facendone un disegnatore dotato di un’enorme precisione nel cogliere i dettagli degli oggetti e dei modelli umani. Il suo uso del chiaro-scuro divenne perfetto, il suo segno seppe farsi affilato, tagliente, costruttivo e dinamico.
Con queste qualità Serri prese parte attiva alla corrente denominata ‘I Pittori Moderni della Realtà’, che si presentò al giudizio del pubblico e della critica con una serie di mostre fra il 1947 ed il 1949 e con una rivista, «Arte», edita a Firenze nel 1949. Il gruppo, attivo principalmente sull’asse Firenze-Milano, era composto da Annigoni, Serri, Gregorio Sciltian, Antonio e Xavier Bueno, Giovanni Acci e Carlo Guarienti. Dopo la conclusione dell’avventura del gruppo, Serri continuò nel silenzio e nella discrezione il suo viaggio nell’arte. Si appoggiò a un paio di gallerie, che commerciavano i suoi quadri, vendendoli spesso a collezionisti stranieri, per lo più americani, e fece poche mostre. Divenne un maestro assoluto nella pittura degli ‘inganni’, ovvero nei quadri talmente prossimi alla realtà da apparire ‘veri’, riuscendo a esprimere una pittura colta, ricca di citazioni e di richiami che spaziano dall’arte italiana a quella fiamminga, dall’età rinascimentale al ’900.
Maestro dell’intimismo, campione della pittura come suadenza, come affascinato viaggio nei meandri della poesia e della bellezza, Serri ha lavorato principalmente per un pubblico di estimatori e per il mercato statunitense, pur trascorrendo tutta la sua vita a Firenze, dove aveva il suo studio in via Guelfa.

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